Politica
Flessibili, e tutelati
Co. co. co.: il sindacato risponde alle critiche di Pietro Ichino (di Ivan Guizzardi).
di Redazione
Sbaglia Pietro Ichino a puntare il dito (Corriere della Sera, 16 ottobre) contro i sindacati a proposito del lavoro flessibile. Secondo Ichino le confederazioni si preoccupano di garantire la tutela dei 10 milioni di assunti e hanno abbandonato a se stessi tutti i lavoratori flessibili. Naturalmente questo non vale, in particolare per la Cisl. E i motivi sono semplici.
Innanzitutto con la riforma Biagi, che dal 24 ottobre entra in vigore, si è data una definizione di carattere giuridico a quei lavoratori che non sono né dipendenti né autonomi. Prima, questa fetta di lavoratori avevano una definizione di carattere fiscale, ma niente di più. Oggi invece per i due milioni di lavoratori flessibili si apre la porta di un riconoscimento a livello giuridico. Ed è un?importante conquista. Inoltre, anche a livello di tutela, il nuovo istituto contrattuale ha conseguito dei passi in avanti: l?aliquota del 19% per i contributi, che avrebbe dovuta essere raggiunta nel 2014, è entrata invece ora in vigore. E un 1% di quei contributi vanno subito in prestazione per coprire la maternità, la malattia e anche il finanziamento alla formazione. Certo manca ancora un tassello fondamentale, che è lo Statuto dei lavori. Il governo sa che siamo pronti a discuterne, ma siamo sempre in attesa di una proposta per definire il percorso.
Ivan Guizzardi (segretario Anai Cisl)
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