Welfare e sostenibilità

Rette Alzheimer: «Cari Governo e Regioni, senza una legge chiara sono a rischio i servizi»

In una lettera aperta, l’Uneba torna a chiedere risorse certe per l'accoglienza in rsa o altre strutture sociosanitarie e invita ad «affrontare con responsabilità le sfide del settore, nella consapevolezza che coprire il 100% delle rette per oltre 100mila malati l’anno sarebbe un peso enorme per le casse di Stato e Regioni»

di Redazione

«Cari Governo, Parlamento e Regioni: in materia di rette per l’accoglienza delle persone affette da Alzheimer, diteci chiaramente quale soluzione preferite». Inizia così la lettera aperta che l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale – Uneba ha diffuso questa mattina. È l’ennesimo appello su un tema che continua ad animare il dibattito: le residenze per anziani non autosufficienti vivono una situazione che più volte le organizzazioni del Terzo settore hanno definito insostenibile e paradossale, schiacciate fra l’indecisione della politica e le rivendicazioni dei cittadini in merito alle sentenze che si sono espresse sulle rette. «È meglio una legge chiara, con risorse certe», si legge nella nota stampa, «a garanzia dei diritti di tutti a partire dai più fragili, o centinaia di singoli casi, di avvocati che le famiglie devono pagare, di sentenze da attendere, di residenze per anziani in difficoltà, di possibili stop alle accoglienze? Noi non abbiamo dubbi, continuiamo a preferire la prima soluzione. E continueremo a insistere per averla».

Gli enti non profit rappresentati da Uneba sono il 57% del totale delle strutture sociosanitarie in Italia. Il loro è un grido d’allarme che il presidente nazionale Franco Massi sintetizza così: «Varie sentenze hanno dettato che il 100% della retta per un malato di Alzheimer in rsa sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale, portando famiglie ad azioni legali per smettere di pagare la retta. Ma è insensato che le rsa debbano garantire l’elevata assistenza necessaria a un malato di Alzheimer, come oggi accade dopo alcune sentenze, a proprie spese, senza che il Servizio Sanitario copra i costi». Secondo Massi, si sta delineando uno scenario in cui sono «a rischio i servizi per malati di Alzheimer, gli stipendi di lavoratrici e lavoratori, l’esistenza stessa delle strutture». Il presidente ricorda che «un primo percorso verso una normativa chiara era stato avviato con un emendamento proposto in Commissione Sanità del Senato, ma si è interrotto». L’invito è ad «affrontare con responsabilità le sfide del settore, nella consapevolezza che coprire il 100% delle rette per oltre 100mila malati l’anno sarebbe un peso enorme per le casse di Stato e Regioni. Restano così nell’incertezza famiglie e persone fragili e si mettono in difficoltà gli enti gestori. Fino a quando?».

Per superare la criticità, aggiunge il presidente di Uneba Milano Virginio Marchesi, autore di pubblicazioni sulle rette per i servizi sociosanitari, «è necessario chiarire o modificare la normativa sulle rette Alzheimer, così come definire le risorse economiche necessarie. Soltanto così potremo garantire alle persone anziane non autosufficienti l’effettiva possibilità di utilizzare i servizi di cui necessitano. Oltre a stabilire il diritto, bisogna anche garantire la tutela del diritto».

La fotografia in apertura è di Jem Sahagun su Unsplash

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