Legalità
Quando i ragazzi ci insegnano come essere capaci di crescere nella legalità
È dedicato ai ragazzi "Capaci di Crescere", progetto promosso da Fondazione Èbbene, che ha fatto tappa in 19 città italiane, concludendo il suo viaggio della legalità in un bene confiscato alla mafia di Librino, in provincia di Catania. Un intervento che dimostra come, dal Sud al Nord del Paese, sia possibile costruire percorsi di legalità condivisa che vedono i giovani protagonisti

Un percorso che non può mai concludersi, quello della legalità, e non perchè deve sanare quei territori di periferi, fragili, dimenticati, ma perchè riguarda il fare la propria parte, nel piccolo e nel grande, sia nel caso si faccia l’operatore ecologico sia l’insegnante, il magistrato, appartenere alle forze dell’ordine o magari essere anche un politico.
Poco male, se c’è chi non ha nel Dna questo senso del dovere perché, in questo caso, basta farsi ispirare dall’esempio di coloro i quali ricordiamo durante le celebrazioni di anniversari come il 23 maggio o il 19 luglio. Fulgidi esempi di quel che vuol dire scendere ogni giorno in campo, a scapito della propria vita. Simboli che appartengono a tutti e di cui nessuno può appropriarsi, magari pensando cambiare la storia anticipando quel tempo che si è fermato per tutti a una certa ora.
La nostra non può essere un’attività solitaria, mai, ma il primo impegno di un sistema di rete, di organizzazioni e di persone che, unite, possono fare la differenza nella lotta contro la mafia
Elisa Furnari, presidente Fondazione Ebbene
Fondamentale il lavoro che viene, quindi, portato avanti nei territori del nostro Paese da chi crede nelle azioni concrete che si fondano sull’esempio di chi oggi ricordiamo. Occasione per mantenere vivo il ricordo di tutte le vittime di mafia e rafforzare l’impegno quotidiano e concreto della filantropia e del Terzo settore, tutto nel contrasto alle mafie.

È il caso di “Capaci di crescere”, iniziativa giunta all’undicesima edizione, voluta da Fondazione Èbbene insieme al Consorzio Sol.Co. Rete di Imprese Sociali Siciliane, al Polo Educativo Villa Fazio, ai partner, i Centri di prossimità e i Nodi della Rete.
Lanciata nel 2015 a Catania all’interno del Polo Educativo Villa Fazio, bene restituito alla legalità, nel cuore del quartiere popolare di Librino, è oggi un esempio concreto di come, dal Sud al Nord del Paese, sia possibile costruire percorsi di legalità condivisa che vedono i giovani protagonisti. Sono, infatti, 19 le città coinvolte in iniziative che nella diversità descrivono un impegno comune nella costruzione di comunità coese, fondate sull’uguaglianza e l’inclusione combattendo ogni forma di mafia. In campo attività di sensibilizzazione, interventi di rigenerazione urbana, laboratori di civismo e incontri con testimoni della legalità fino a percorsi di sport inclusivo che compongono questo tour in giro per l’Italia, diventando strumenti potenti per diffondere quei valori fondamentali che la mafia tenta di cancellare: uguaglianza, rispetto, fiducia e responsabilità.
«È nel Polo educativo Villa Fazio che abbiamo deciso di organizzare l’iniziativa finale, alla quale hanno partecipato almeno 300 ragazzi», spiega Elisa Furnari, presidente di Fondazione Èbbene. «Un percorso che ci ha visto lavorare ogni giorno, facendo incontrare i giovani con testimoni di legalità con i quali confrontarsi e capire di più. Non volevano, però, fermarci credendo che fosse necessario coinvolgere altre organizzazioni, altri territori, e dimostrare che Librino poteva diventare un sistema di rete, di organizzazioni, capaci di crescere».
Un impegno che mette i giovani al centro di tutto
«Assolutamente. Se, poi, volessi dire che senso ha questo lavoro», aggiunge Furnari, «direi che ci ha dimostrato che i ragazzi sono capaci di crescere senza la collusione mafiosa, quindi liberi dalle mafie e contro le mafie. A dare ancora più forza a questo percorso è stato il tema che abbiamo scelto per il 2025. “Fare legalità” vuol dire rinnovare l’impegno di ognuno di noi come persone e come organizzazioni verso la costruzione di comunità più giuste con un’azione operosa e concreta. La legalità, la sua tutela non deve essere considerata un dato acquisito e immutabile, va nutrita e tutelata, va agita e raccontata perché sia l’essenza stessa del nostro essere uomini e donne, operatori sociali a servizio della comunità».
Messaggi complementari a dimostrazione di un impegno corale nella lotta alle mafie
Si è, poi, voluto andare oltre chiedendo ad alcuni rappresentanti del mondo della società civile, della filantropia e delle istituzioni di descrivere che cos’è per loro fare legalità. A contribuire con la loro visione, frutto di un vissuto persale, come anche al frutto di un impegno prpfessionale sui campo sono stati: Giampaolo Cerri, caporedattore di Vita Non Profit; Viola Carando, responsabile dell’area legalità di Caritas Rimini; Valentina Pupillo, presidente del Centro di Prossimità H&S; Barbara Cazzola, educatrice della Cooperativa sociale Gaetano; Benedetto Di Blasi, Fundraiser Fondazione Milan; Marco Gargiulio, presidente Consorizo Idee In rete; Angela Errore, responsabile della Casa dei Diritti del Comune di Palermo; Omar Hanafi, ex atleta della Fondazione EcoEridania Insuperabili; Francesca Magliulo, direttrice della Fondazione Eos Edison per il Sociale; Antonia Antuori, presidente della Fondazione di Comunità Salernitana; Lorenzo Tarulli, attivista di Libera e membro della community di Fondazione Time2; Carlo Mazzola, presidente della Fondazione Mazzola.
Un percorso pieno di sinergie, dunque, che, tra i suoi punti di forza, ha anche l’immagine di Capaci di Crescere 2025, realizzata da Lelio Bonaccorso, fumettista siciliano che, nella sua carriera, ha collaborato con realtà editoriali di spicco come Marvel e Disney. Un talento che non ha lasciato la Sicilia e di un artista che ha la legalità nel cuore e nella sua matita la lotta alle mafie. Uno di quei talenti che non ha lasciato la Sicilia, ma sopratutto un artista che ha la legalità nel cuore e nella sua matita la lotta alle mafie.
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