Trasparenza
Azzardo, nel 2024 giocati 157 miliardi: ma mancano ancora i dati ufficiali e disaggregati
Il Ministero dell’Economia ha fatto rispondendo a un'interrogazione parlamentare che l'anno scorso la raccolta lorda ha raggiunto i 157 miliardi di euro. Molte realtà sociali e civili chiedono che i numeri vengano pubblicati ufficialmente. Per Simone Feder, coordinatore del Movimento No Slot, «le cifre andrebbero aggiornate costantemente nel dettaglio, invece è sempre più difficile conoscerle»

C’è voluta un’interrogazione parlamentare per avere una generica contezza dei numeri dell’azzardo in Italia. È quella presentata dagli esponenti del Pd (Vaccari e Merola), mentre la senatrice Cristina Tajani (leggi l’intervista qui) ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sul tema. Il Ministero dell’Economia ci ha dunque fatto sapere che nel 2024 la raccolta lorda dai giochi d’azzardo (cioè quanto i giocatori hanno scommesso) ha raggiunto i 157 miliardi di euro, con un incremento del 6,6% rispetto all’anno precedente.
Il dato tuttavia non è ancora pubblicato in forma ufficiale dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm). Inoltre, mancano ancora molti dati, in particolare quelli disaggregati, per esempio sull’entità del giocato delle singole regioni e dei singoli comuni. La fonte ufficiale è il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che però è aggiornato al 2022.
Dove sono i dati del 2023 e del 2024? Perché non sono stati ancora pubblicati? A questa domanda, al momento della pubblicazione, non abbiamo ricevuto risposta. Il Libro Blu è uno strumento utile non solo per monitorare l’espansione del fenomeno dell’azzardo, ma anche per rendere conto dell’attività svolta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Eppure, con l’accordo Stato-Regioni del 2017 si era previsto un impegno alla trasparenza dei dati, anche attraverso la collaborazione con Adm…
Questi dati vanno analizzati non solo dal punto di vista economico, ma anzitutto culturale. Non ci stanno dicendo soltanto di un impoverimento economico, ma prima di tutto umano che ha effetti sulla salute delle persone e delle famiglie
Simone Feder, coordinatore Movimento No Slot
Il Movimento No Slot torna ad attivarsi
A chiedere che i dati vengano pubblicati ufficialmente, sono molte realtà sociali e civili, come il Movimento No Slot, coordinato a livello nazionale da Simone Feder che ne è stato uno dei fondatori, insieme a Riccardo Bonacina e a Marco Dotti. L’associazione si mobilita per un Paese libero dalla pandemia d’azzardo ed è nata come una risposta dal basso nel 2011 con la prima marcia di sensibilizzazione, mentre nel 2013 ha ricevuto l’incoraggiamento di Papa Francesco, consolidandosi come rete nazionale. «I dati andrebbero aggiornati, il problema è che è sempre più difficile trovarli… Poiché l’azzardo è anzitutto un problema di salute pubblica, la conoscenza dei dati è uno strumento di sicurezza, soprattutto dal momento che l’azzardo è un’epidemia sociale che si allarga di anno in anno come appunto dovrebbero dimostrare i dati. Purtroppo però, ripeto, è sempre più difficile averli».
E infatti la richiesta di avere dati trasparenti e aggiornati è una delle azioni del Movimento No Slot: «Certamente. Il Libro Blu di Adm, che dovrebbe essere annuale e che è lo strumento principale che abbiamo per avere traccia reale del fenomeno dell’azzardo in Italia, è fermo al 2022. Non sono stati ancora resi pubblici i dati del 2023 e del 2024, mentre siamo quasi a metà del 2025». Si sono fatte però delle stime: «Se nel 2004 gli Italiani hanno perso nell’azzardo 25 miliardi di euro fino ad arrivare nel 2022 a 136 miliardi, si stima che nel 2024 ci siamo giocati quasi 160 miliardi. Questi dati vanno analizzati non solo dal punto di vista economico, ma, direi, anzitutto da quello culturale. Intendo dire che non ci stanno dicendo soltanto di un impoverimento economico, ma prima di tutto umano che ha effetti sulla salute delle persone e delle famiglie. Ecco perché la trasparenza è questione, ripeto, di sicurezza pubblica».
Per questo motivo il Movimento No Slot sostiene le iniziative legislative locali e nazionali che mirano a regolare e limitare l’azzardo «che non è mai “responsabile” come al contrario ci dicono le campagne pubblicitarie. Le parole sono pietre che nel nostro caso colpiscono la percezione della realtà. Basta guardare i termini che l’industria dell’azzardo usa per veicolare il suo prodotto, a partire dalla definizione di “legale”. L’azzardo infatti è illegale secondo il nostro Codice Penale. È stato “legalizzato” da decreti ministeriali a partire dal 2012, ampliando sempre più le maglie, di governo in governo, senza distinzioni di colori e bandiere».
Ma se la politica non collabora, cosa resta da fare? «Attivarsi come diciamo nel quarto punto del nostro Manifesto. E farlo insieme, cominciando dalla prevenzione, attraverso un’azione culturale ed educativa. Come già succede quando il Terzo settore sui territori collabora con le istituzioni locali, per esempio con progetti nelle scuole, formazione per insegnanti e operatori sociali, eventi pubblici per informare sui rischi dell’azzardo… E poi non dimentichiamo che tutti insieme possiamo fare advocacy politica, ossia pressione su istituzioni locali e nazionali per regolamentare l’offerta di gioco, vietare la pubblicità e tutelare i soggetti vulnerabili, nonché chiedere la pubblicazione dei dati! Nel 2004 Bonacina, Dotti e io siamo andati dall’allora presidente della Regione Lombardia e in quattro mesi è stata fatta la legge regionale che abbiamo oggi, per esempio».
Lavorare in rete anche per i piccoli comuni
Attivarsi in rete è anche l’azione di Avviso Pubblico che insieme a Mettiamoci in Gioco, Federconsumatori e Cgil ha stimolato diverse interrogazioni parlamentari, come ci dice Massimo Masetti, referente per il gioco d’azzardo, che non si stanca di ripetere e di spiegare perché la trasparenza dei dati sia essenziale: «Ormai siamo alla reticenza da parte di Adm che non solo non fornisce i dati, ma nemmeno spiega il motivo della mancata pubblicazione. Inoltre la comunicazione dei numeri generali non fornisce tutte le informazioni. Sono infatti i dati disaggregati che permettono di vedere le storture del sistema, come quelli dei singoli comuni». L’anno scorso è stato pubblicato Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli comuni italiani, il rapporto di Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon che approfondisce i dati, mai esplorati fino ad allora, dei 3.232 comuni italiani tra i 2mila e i 9.999 abitanti, e che corrispondono a un quarto della popolazione italiana e ben al 41% dei comuni totali.

Peccato che non ci sarà una seconda edizione, o meglio, «dopo il discreto rumore che il rapporto ha suscitato, quest’anno ci è stato comunicato non verranno forniti i dati dei comuni sotto i 10mila abitanti per motivi di privacy. Verranno forniti solo i dati aggregati». Quindi se un Comune dovesse farne richiesta? «Non saprei. So che cosa è successo nel passato: ci sono stati comuni piccoli che si sono visti rifiutare richiesta dei numeri dell’azzardo che li riguarda direttamente sempre per questioni di privacy, mentre a comuni di grandi dimensioni è stato chiesto un compenso economico per avere i dati che indirettamente sono parte del pubblico bilancio dello Stato, quindi dati che dovrebbero essere pubblici. Noi li chiediamo, sollecitiamo, ci mettiamo in rete, facciamo sensibilizzazione anche alla cittadinanza. Più di così?».
La fotografia in apertura è di Jason Pofahl su Unsplash
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.