I conti dello sport
Coni, un paniere da (quasi) 800 medaglie che vale 109 milioni
Il Comitato olimpico nazionale italiano ha chiuso il bilancio del 2024 segnando un valore di produzione pari a 109,63 milioni di euro e 106,89 milioni di uscite. In attesa della medaglia numero 800 e del nuovo presidente, tutti gli altri numeri
di Alessio Nisi

Lo ha guidato per 12 anni, dal 2013, Giovanni Malagò, presidente uscente (nel suo carnet 140 medaglie olimpiche, di cui 42 ori) e non ricandidabile. Per il Comitato Olimpico Nazionale – Coni, l’organismo di governo dello sport in Italia, l’ente pubblico non economico con personalità giuridica di diritto pubblico che svolge un ruolo fondamentale nella promozione dello sport in Italia (da quando è stato istituito nel 1910 ha vinto quasi 800 medaglie tra giochi olimpici estivi e invernali), è il momento delle scelte e della conta.
Per la successione alla presidenza sono in corsa in otto Duccio Bartalucci, Luciano Buonfiglio, Franco Carraro, Mauro Checcoli, Pierluigi Giancamilli, Carlo Iannelli, Giuseppe Macchiarola e Luca Pancalli. In attesa di sciogliere il nodo della presidenza, siamo andati a fare i conti in tasca al Comitato olimpico nazionale italiano.
I numeri. Ai Giochi olimpici estivi di Parigi del 2024 gli atleti azzurri hanno conquistato 40 medaglie (12 ori, 13 argenti e 15 bronzi), lo stesso numero del record stabilito a Tokyo 2020 ma con due ori (12 a 10) e tre argenti (13 a 10) in più. Il nono posto nel medagliere ha confermato il nostro Paese nel gotha sportivo mondiale (settimo posto in generale per numero di podi, il terzo a livello europeo alle spalle della Gran Bretagna e dei padroni di casa della Francia). Dietro il successo dei nostri atleti c’è proprio il Comitato olimpico nazionale italiano – Coni. Ma a che prezzo?
Organizzato come confederazione di federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate, il Coni è vigilato dal ministero per i Beni e le attività culturali.
Il valore economico
La prima domanda che ci siamo fatti è quanto fattura il Coni. Trattandosi di un ente pubblico, il termine corretto è valore economico, ovvero la misura finanziaria che indica il valore di tutti i beni e servizi prodotti dall’ente durante un periodo specifico.
Questo valore include i contributi statali, i proventi delle attività sportive e altri ricavi. Come risulta dal bilancio 2024 approvato dalla giunta dell’ente ad aprile, il valore di produzione del Coni per l’esercizio 2024 è stato di 109.632.000 euro. Questa cifra include sia i contributi e i ricavi derivanti dall’attività centrale (99.525.000 euro), sia quelli provenienti da altri fonti (1.524.000 euro) e sia contributi e ricavi raccolti a livello locale dai Comitati regionali (8.582.000 euro).
Rispetto agli scorsi anni, il valore della produzione del Coni è stato di 92,36 milioni nel 2022 e di 85,51 milioni nel 2023.
I costi di produzione
Ai 109 milioni del valore della produzione vanno sottratti i costi di produzione. Che, come risulta sempre dai dati, nel 2024, sono stati pari a 106.895.000 di cui 12.127.000 sostenuti direttamente dai Comitati regionali Coni e la restante parte dalle strutture centrali.
Fatti i conti, risulta un saldo di 2.7 milioni, cui vanno sommati 195mila euro (saldo positivo della gestione finanziaria) e sottratti 3.4 milioni di imposte. Risultato 484mila euro di passivo.
«È un bilancio significativo», ha sottolineato il segretario generale del Coni Carlo Mornati, «perché ci dà uno spaccato economico dell’Ente sui quattro e anni e ci proietta su Los Angeles 2028. Il bilancio in termini relativi è buono, ma ci sono tante considerazioni da fare. Il valore di produzione è di 109 milioni di euro. 58 milioni arrivano dallo Stato e 50 dal Coni e generare 50 milioni di ricavi propri non è banale. Il risultato operativo è di 3 milioni di euro».
Questo, ha rimarcato il presidente Malagò, «è un ente pubblico e oltre il 50% delle entrate arriva da ricavi propri. Questa situazione che si considerava automatica implica che quel minimo garantito dato al Coni dovrà essere aumentato se non si vuole andare in disservizio».
Il punto sulle entrate
Tra le entrate, il Coni ha beneficiato nel 2024 di 65,43 milioni di contributi statali (il 33% in più rispetto al 2023): 44,43 milioni assegnati con la legge di bilancio 2024, 14 milioni per la partecipazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e 7 milioni come quota integrativa del contributo statale assegnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la Preparazione Olimpica. Nel 2023 il Coni aveva ricevuto dallo Stato complessivamente 49,2 milioni, nel 2022 aveva ottenuto 49,2 milioni, 56,7 nel 2021.
I Comitati regionali
I Comitati regionali del Coni si occupano dell’attività di promozione sportiva a livello locale (vi rientrano anche i centri Coni di orientamento ed avviamento allo sport, gli Educamp, le Scuole regionali sport).
Queste attività sono sostenute dal contributo statale (3.7 milioni nel 2024), sia da contributi, ricavi e proventi raccolti direttamente dai Comitati a livello locale (8.5 milioni nel 2024), per un totale del valore della produzione di 12,32 milioni.
I costi sostenuti dai comitati sono invece risultati pari a 12,59 milioni, con una perdita economica al 2024 di 261mila euro. “I risultati di chiusura delle strutture territoriali sono tendenzialmente confermati ogni singolo anno; i Comitati regionali del Coni chiudono i loro bilanci tendenzialmente in utile. Le residuali perdite si rilevano solo per quei Comitati che hanno ospitato gli eventi di maggior rilievo ” si legge nel bilancio. Nel computo totale delle spese del Coni i Comitati regionali influiscono per l’11%.
Nel corso del 2024, il Coni ha svolto un ruolo centrale nella promozione e diffusione dell’attività sportiva giovanile attraverso una serie di progetti e iniziative. Tra queste, i Centri Coni Orientamento e Avviamento allo Sport (1077 centri in tutta Italia), e gli Educamp Coni (572 centri). Questi programmi, realizzati in collaborazione con gli organismi sportivi, offrono un percorso educativo sportivo multidisciplinare volto ad avviare in modo corretto i giovani allo sport e ad ampliare la base dei praticanti.
In apertura foto di leah hetteberg per Unsplash
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.