Anteprima magazine
Adolescenti, basta etichette
Noi adulti pensiamo che, loro invece... Dal corpo all’amicizia, dai social alla rabbia, dall'attivismo alle relazioni: sette esperti e sette ragazzi smontano ciò che pensiamo di sapere sui teenager di oggi, tanto diversi da quelli che noi siamo stati. Un faccia a faccia per un racconto "altro"

Hai avuto anche tu paura di scrollare? «È la parte dell’articolo in cui mi sono rivisto di più. Penso capiti a tutti, non solo ai più giovani. Sono contenuti che ti danno così tanta dopamina istantanea che non riesci praticamente più a smettere di scrollare e finisci per alienarti da ciò che ti sta attorno. Se hai la maturità di rendertene conto, questo fa paura: per questo ho deciso di disinstallare TikTok». A parlare così è Antonio. Ha 18 anni, è di Udine. Ha letto in anteprima l’intervista a Serena Mazzini, social media strategist e autrice del libro Il lato oscuro dei social network, che nel nuovo numero di VITA affronta il capitolo “social”. Proprio lei, nel dire che il tema non è tanto quello di vietare i social agli adolescenti, perché ormai sono talmente pervasivi che non possiamo chiedere di non utilizzarli, racconta che «faccio tanti interventi nelle scuole e ultimamente i ragazzi mi dicono qualcosa di nuovo, che mi ha sorpreso: raccontano di avere quasi paura quando scrollano, perché provano delle sensazioni che non riescono a spiegarsi e a controllare».
Nel primo capitolo del nuovo numero di VITA, Adolescenti, quello che non vediamo, sette esperti ragionano attorno a sette parole-chiave che caratterizzano il mondo degli adolescenti: dal corpo all’amicizia, dalla rabbia alle relazioni. Squadernano nuove prospettive, cogliendo quei segnali che sono già chiari a chi con gli adolescenti ci sta ogni giorno. Smontano ciò che pensiamo di sapere sui teenager di oggi, così diversi da quelli che noi siamo stati.
Ogni intervista è stata letta in anteprima da un ragazzo o da una ragazza, che ci ha restituito le sue impressioni. Cosa sente risuonare e in cosa invece non si ritrova (spoiler, sono molte più le consonanze).
Giulia per esempio ha 19 anni, vive a Palermo e leggendo in anteprima l’intervista fatta a Matteo Lancini, ammette che sì, «la paura della dipendenza affettiva è molto presente. D’altra parte però la dipendenza affettiva è diffusissima: ci sono amicizie che diventano troppo strette, al punto che non vivi senza l’altro e lo stesso accade nelle coppie. Ci vuole una via di mezzo: non avere paura di legarsi, ma senza perdere se stessi per l’altro». Lancini – presidente della Fondazione Minotauro – nel suo ultimo libro, Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti (Raffaello Cortina Editore) mette sotto la lente il tema della relazione. Quella tra pari, che vede la situationship prendere il sopravvento sulla relationship, segnata dal fatto che «tutti soffrono di dipendenza affettiva, marchiata sempre come tossica: il legame sembra il male dell’umanità. Non è lontano il momento in cui la prevenzione dalle relazioni tossiche sarà non avere più relazioni». Ma anche quella tra adulti e ragazzi, «unica vera forma di prevenzione».
Khadim invece ha 17 anni e vive a Varese. L’intervista che lui ha letto è quella alla presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, Lidia Salerno, sulla rabbia. «Sono d’accordo quando dice che spesso noi giovani siamo tanto arrabbiati, non riusciamo a dire perché ma un motivo c’è sempre: qualche problema in famiglia, esperienze difficili, forse la solitudine… Non mi riconosco nell’idea che si riesca ad aiutare un ragazzo semplicemente parlando: è più complicato, non a tutti basta essere ascoltati», dice.
E poi c’è Sofia, che è di Roverbella (Mn) e ha 17 anni. Lei è stata chiamata a “dialogare a distanza” con l’intervista a Stefano Laffi, che ha messo sotto la lente il concetto di attivismo. Laffi – sociologo e fondatore di Codici – sottolinea che «gli adolescenti sono un giacimento potenziale ma inutilizzato di energie positive da mettere a disposizione della collettività», ma che «questo potenziale in parte è sconosciuto ai ragazzi stessi, perché è una cosa che scopri solo facendola, quando qualcuno ti ingaggia». Il punto secondo lui è che «il potenziale degli adolescenti va esplorato, coltivato, promosso intenzionalmente e pubblicamente. Oggi manca la capacità di accogliere gli esordi». «Spazi di esordio», li chiama lui con un’espressione bellissima. E aggiunge una precisazione ancor più bella: «Dobbiamo dare più possibilità di “prime volte”». Sofia coglie al volo l’idea: «Sono molto d’accordo sulla mancanza di spazi per fare le prime esperienze, per i preconcetti degli adulti che non ci considerano mai “abbastanza”. Vale per il mondo del lavoro, ma non solo. È molto difficile essere ascoltati, io sono stata fortunata, ma in generale la nostra opinione o non ci viene chiesta o non viene presa in considerazione».
Ecco l’indice dei contenuti del capitolo 1 del magazine:
- RELAZIONI, con Matteo Lancini, psicologo e presidente del Minotauro e Giulia Cucinella, 19 anni, Palermo;
- CORPO, con Alessandro Albizzati, direttore della neuropsichiatria infantile dei Santi Paolo e Carlo di Milano e Emmanuela Trapasso, 16 anni, Catanzaro;
- RABBIA, con Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma e Khadim Diagne, 17 anni, Varese;
- AMICIZIA, con Davide Fant, pedagogista e formatore e Phin De Benedictis, 17 anni, Varese;
- GENITORI&FIGLI, con Emanuela Confalonieri, professoressa di psicologia dell’adolescenza all’Università Cattolica di Milano e Chiara Marino, 19 anni, Piazza Armerina (En);
- AMICIZIA, con Stefano Laffi, sociologo e fondatore di Codici e Sofia Bagnoli, 17 anni, Roverbella (Mn);
- SOCIAL, con Serena Mazzini, social media strategist e Antonio Ermacora, 18 anni, Udine.
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