VITA con Fondazione Snam
Misurare e comunicare nel Terzo settore, cronaca di una formazione a impatto
La fondazione di impresa del primo operatore europeo nel trasporto del gas naturale, oltre a essere impegnata su povertà alimentare, educativa ed energetica, offre alle realtà di Terzo settore partner, percorsi formativi. Così è stato anche lo scorso 2 luglio, con alcune case histories di grande valore. VITA c'era

Che cosa può tenere, in una calda sera di luglio, i rappresentanti di oltre 90 organizzazioni di Terzo settore per un’ora e mezzo a seguire un webinar? Certamente il tema, sicuramente gli ospiti, ovviamente l’affidabilità degli organizzatori. È stato così per l’incontro Trasparenza e impatto: misurazione e comunicazione per il Terzo Settore, organizzato da Fondazione Snam, che chi scrive ha moderato lo scorso mercoledì 2 luglio.

Hanno contato i temi, ovviamente, certamente che gli ospiti fossero di livello, come Nicola Crosta, fondatore di Impact46, una B-Corp specializzata in strategia e misurazione dell’impatto sociale con base a Hong Kong, e Matteo Ripamonti, direttore generale di Ibva, fondazione milanese di tradizione ottocentesca, oggi come allora impegnata nella lotta alle povertà ma ha contato, appunto, che l’organizzatore fosse Fondazione Snam, con cui molte di quelle realtà avevano avuto occasione di collaborare, rappresentata nell’evento dalla direttrice generale, Marta Luca.
Un webinar che va nella direzione della volontà di Fondazione di ricorrere sempre più spesso al capacity building come attività verso i propri partner, ossia a una collaborazione sugli obiettivi condivisi, nella quale ci sia sempre un accrescimento delle competenze.
Di fatto una occasione, per gli enti della community della Fondazione stessa, di fare un approfondimento su temi centrali per le organizzazioni non profit, come appunto la reportistica sociale ma soprattutto la misurazione dell’impatto e la sua valorizzazione, anche attraverso i processi comunicativi.
Ad aprire il flusso dei ragionamenti è stata proprio Luca, riconducendo i temi generali all’esperienza della Fondazione che dirige: Obiettivi, impatto e comunicazione: la strategia di Fondazione Snam.
Fondazione Snam e la lotta alle povertà
Un intervento che ha richiamato la strategia delle “3 p”, vale a dire l’impegno contro “povertà energetica”, “povertà educativa” e “povertà alimentare”, che caratterizza le attività di questa realtà di filantropia corporate sin dalla nascita, nel 2017, e che prevede attività di finanziamento, volontariato e di formazione.
In Fondazione Snam, la valutazione di impatto avviene attraverso il metodo cosiddetto della Catena del valore dell’impatto, attraverso il percorso tipico che, dall’input iniziale, conduce alle “attività”, quindi alla valutazione dell’output e dell’outcome della stessa, per arrivare all’impatto.

Come ha ricordato la direttrice, un approccio non calato dall’alto ma individuato al termine di un processo partecipato, con l’ascolto dei portatori di interesse attraverso focus-group. Una scelta che permette di misurare non solo i risultati immediati dei progetti, ma anche i cambiamenti che questi consentono di generare nel medio-lungo periodo.
Un percorso che porta a una comunicazione, attraverso il Bilancio sociale ma anche con la struttura di Fondazione, in cui si ricerca, come ha ricordato Luca, il linguaggio concreto, la diffusione trasparente dei dati di progetto (forte di una serie ampia e articolata di kpi che proprio nel Bilancio sociale trovano adeguata rappresentazione), la coerenza visiva e la valorizzazione delle persone e delle partnership.
Dall’Ocse allo studio dell’impatto
Quindi è toccato a Nicola Crosta, Raccontare l’impatto: metodi, sfide e opportunità, secondo il titolo che era stato scelto per l’intervento di questo giovane manager che ha una carriera ventennale alle spalle, con un periodo importante all’Ocse e alle Nazioni unite a occuparsi di Sdg, ossia di obiettivi di sviluppo sostenibile.
Un intervento, il suo, incentrato sul ruolo fondamentale svolto dalle organizzazioni non profit e dai donatori nel guidare l’innovazione e generare impatto nel Terzo settore, sottolineando l’importanza – condivisa anche da Fondazione Snam – della misurazione e della rendicontazione dell’impatto come elementi fondamentali per l’efficacia e la responsabilità.
Forte di un’analisi internazionale, incentrata su una survey che ha riguardato circa 5.200 organizzazioni non profit basate in diversi continenti e più di 500 donatori, Crosta ha ricordato alcune tendenze emergenti, sfide chiave e buone pratiche nel settore. Per esempio come «la filantropia: un mercato in crescita rapida e ampia » e anche come «le organizzazioni non profit e la filantropia stanno guidando l’innovazione sociale e ambientale».
Lo ha detto citando casi come EdTech, che in Usa e Francia, si impegna per migliorare le performance scolastiche attraverso l’innovazione tecnologica, o Good Boost, che nel Regno Unito si è inventata i tablet impermeabili per far fare esercizi in piscina agli anziani, coinvolgendo molte municipalità britanniche, o come gli Steps Cafè thailandesi, che impiegano giovani con autismo o, ancora, come Kairon che a Berlino ha lavorato di lena all’inclusione dei giovani profughi siriani nella crisi dei rifugiati del 2015, con risultati di valore.

Il rovescio della medaglia, in una survey
Dopodiché, da buon medico che non vuole fare la piaga maleodorante, il founder di Impact46 ha ricordato l’importanza cruciale della misurazione e della rendicontazione dell’impatto nel Terzo settore, ma anche «le debolezze strutturali che ostacolano l’efficacia della filantropia e il monitoraggio dell’impatto» e che determinano «una chiara lacuna nella maggior parte delle ong a livello globale». Il che significa: 60% circa di organizzazioni che non ha mai svolto valutazioni di impatto e il 40% che non ha bilanci certificati.
Un quadro per cui i finanziatori, le fondazioni filantropiche per esempio, «non si accontenteranno della goodnews machine, della macchina delle buone notizie», ha detto Crosta, intendendo quel «report di cose ottime, speciali, sempre in miglioramento che i finanziatori ricevono dai finanziati: questo», ha scandito, «andava bene per la vecchia filantropia: la nuova fa monitoraggio di impatto, che lavora coi kpi».
Insomma, chi dimostri di essere impattante e di avere gli strumenti per verificarlo, diventa un interlocutore, un partner, una realtà da finanziare.
Matteo Ripamonti, direttore generale di Ibva, ha raccontato l’esperienza della fondazione che guida «tra reporting sociale e comunicazione», come recitava il titolo.
Ibva, separati fundrasing e comunicazione
«Abbiamo tenuto separati fundraising e ufficio comunicazione», ha premesso, «perché quest’ultimo deve occuparsi dell’identità della fondazione e non di fare soldi». Un racconto fra i vari progetti, come Solidando e Panificando, attività rispettivamente di spesa e panificazione solidale, sui bisogni di dimora, come Abitare solidale, sull’ascolto dei fragili, come Fare centro o Spazio allenamente, sul dialogo e l’integrazione. E anche come e-Lab, promosso proprio con Fondazione Snam, in cui il volontariato di competenza del gruppo energetico ha affiancato gli operatori e i volontari Ibva, con un tutoraggio dedicato su diverse aree professionali, fra cui la comunicazione.
L’impatto della propria narrativa
Non è un caso che, come ha raccontato il direttore generale, Ibva rifletta sull’impatto stesso della comunicazione: sull’aderenza dei messaggi alla natura dell’opera e sull’efficacia degli stessi. Obiettivamente una rarità nel panorama nazionale, dove spesso – e spesso giustamente – l’enfasi è sul fare bene e quasi mai sul comunicare bene, quello che si fa. Era d’altra parte una delle constatazioni a partire dalle quali Riccardo Bonacina pensò di creare VITA, 31 anni fa.
Alla fine della quasi un’ora e mezzo di contributi, gli oltre 90 partecipanti erano praticamente ancora tutti là, collegati. Senza bisogno di misurarne l’impatto – ma sarà fatto attraverso form dedicati, distribuiti a tutti – una formazione efficace.
Le foto di questo servizio mostrano momenti di volontariato aziendale Snam e sono dell’ufficio comunicazione dell’azienda.
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