Idee Digitale & Minori
L’Europa testa l’Age Verification, ma per proteggere i minori online serve di più
Il 14 luglio la Commissione europea ha presentato le attese linee guida per garantire uno spazio online più sicuro per i bambini e le bambine e lanciato un prototipo di app per la verifica dell'età. L'Italia sarà uno dei cinque Paesi coinvolti nella sperimentazione

Viviamo un momento cruciale di trasformazione normativa, sia in Italia che in Europa. Con l’attuazione del Digital Services Act e l’elaborazione di nuove leggi, cresce l’urgenza di affrontare la protezione dei minori nel digitale in modo concreto ed efficace. Al centro di questo processo si colloca il tema della verifica dell’età: uno strumento importante, ma non risolutivo, che deve essere gestito con equilibrio, garantendo al tempo stesso tutela e rispetto della privacy.
La tutela dei minori nell’ambiente digitale rappresenta oggi la sfida più urgente e complessa. Le nuove linee guida della Commissione europea e l’avvio della fase pilota di un’app di age verification, concepita per garantire elevati livelli di privacy, sicurezza e protezione sulle piattaforme online, segnano un passo significativo. L’Italia è tra i cinque Paesi scelti per sperimentare questa innovazione, che mira ad assicurare un accesso sicuro ai contenuti digitali senza compromettere la riservatezza degli utenti. Il sistema consentirà infatti di verificare la maggiore età senza raccogliere dati anagrafici né tracciare la navigazione: un segnale chiaro che proteggere è possibile, senza invadere la sfera personale.
Age verification: e poi?
Tuttavia, la verifica dell’età non può essere l’unica risposta. Nonostante i divieti, molte piattaforme continuano a raccogliere dati anche dai minori. Servono realismo e concretezza: misure attuabili – come quelle introdotte dal decreto Caivano – e una forte cooperazione tra istituzioni, mondo della ricerca e aziende, per costruire un sistema di protezione realmente adeguato alla rapida evoluzione tecnologica.

Secondo un’indagine Bva Doxa per Telefono Azzurro, i ragazzi chiedono più strumenti per difendersi: il 40% desidera maggiore consapevolezza contro le fake news, il 34% più controllo sui propri dati, il 32% teme il cyberbullismo e il 31% l’adescamento online. Questi rischi aumentano quando i dispositivi vengono utilizzati senza filtri e senza la supervisione di un adulto. Strumenti come il parental control si rivelano sempre meno efficaci: bambini di 7-8 anni sono spesso in grado di aggirarli con facilità. È proprio in questa fascia d’età che si costruiscono le basi del rapporto con il digitale, ed è qui che i programmi educativi di Telefono Azzurro intervengono, guidando una crescita digitale consapevole.
Un ulteriore elemento da considerare riguarda l’uso crescente, da parte degli adolescenti, di chatbot e strumenti di intelligenza artificiale per confidarsi su temi delicati come il disagio emotivo o esperienze traumatiche
Un ulteriore elemento da considerare riguarda l’uso crescente, da parte degli adolescenti, di chatbot e strumenti di intelligenza artificiale per confidarsi su temi delicati come il disagio emotivo o esperienze traumatiche. Parallelamente, l’esposizione a contenuti violenti o pornografici contribuisce a trasmettere modelli distorti e pericolosi, dove l’affettività viene annullata e prevalgono relazioni tossiche.

La protezione dei minori online è, prima di tutto, una responsabilità adulta. Non possiamo permettere che bambini e adolescenti diventino oggetto di interessi commerciali o vittime silenziose di un sistema che li espone senza prepararli. L’iniziativa dell’Unione Europea è un passo importante, ma deve essere accompagnata da una cultura digitale condivisa, partecipata e orientata alla crescita e alla libertà dei più giovani, che coinvolga attivamente istituzioni, educatori e genitori.
Di protezione dei minori online Ernesto Caffo ha parlato anche nel numero di VITA titolato Adolescenti, quello che non vediamo, dove abbiamo fatto il punto su dieci politiche dedicate agli adolescenti: Child Guarantee; nuovo Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza; nuovi centri di aggregazione giovanile con il bando DesTeenazione; periferie con il bando Organizziamo la speranza; Pnrr e dispersione scolastica; Piano per gli interventi e i servizi sociali 2024-2026; Youth Check; povertà educativa; benessere psicologico e salute mentale. Se sei abbonato, leggi subito il magazine cliccando qui (e grazie per il tuo sostegno); se vuoi abbonarti clicca qui.
Ernesto Caffo è professore di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia; è fondatore e presidente di Telefono Azzurro
Foto di Tati Odintsova su Unsplash
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