Ambiente
Così l’ape nera può salvare la biodiversità della Sicilia
Installare alveari in dieci vigne siciliane per ripopolare e valorizzare l’ape nera mellifera siciliana, specie autoctona che non supera il 30% del patrimonio apistico regionale. Un progetto che, grazie a Fondazione SOStain e la collaborazione della Federazione Apicoltori Italiani, vuole preservare la biodiversità nell’Isola sviluppando un percorso di sostenibilità ambientale, economica e sociale

Quante volte abbiamo sentito dire che “se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita?”. Lo abbiamo dato per certo, ma non sempre comprendendo il perché e soprattutto cosa fare per scongiurare questa eventualità. Sembra, però, che la famosa frase attribuita ad Albert Einstein non sia stata mai pronunciata dal fisico tedesco, che non fece alcuna profezia in tal senso, ma ha comunque sollevato l’interesse nei confronti della salute delle nostre piccole operose amiche.
Un progetto ha voluto lanciare una sfida attraverso un laboratorio permanente, il cui obiettivo è il ripopolamento e la salvaguardia genetica dell’ape nera mellifera siciliana, specie autoctona indispensabile per preservare la biodiversità dell’isola, oggi minacciata dall’inquinamento e messa in minoranza da altre tipologie importate per esigenze imprenditoriali.
Nel 2024 la produzione stimata di miele in Sicilia era di 871 tonnellate; nel 2025 le previsioni sono orientate ad almeno 2mila tonnellate per un’annata decisamente positiva rispetto alle precedenti
Raffaele Cirone, presidente della Federazione Apicoltori Italiani
“HoneyBees & Vineyard”, questo il titolo del progetto promosso dalla Fondazione SOStain Sicilia in collaborazione con la Federazione apicoltori italiani (Fai) e sostenuto da For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo. Una sperimentazione che coinvolgerà sino a ottobre dieci aziende vitivinicole selezionate tra quelle dotate della certificazione SOStain, rilasciata sulla base di dieci parametri fissati in un rigoroso disciplinare, al quale oggi aderiscono 44 cantine impegnate nell’orientare i modelli di produzione e consumo verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Un’iniziativa che interviene nelle province di Agrigento, Catania, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani, dove una rete di alveari viene gestita dalle sedi territoriali della Federazione Apicoltori nelle vigne di: Cantina Birgi a Marsala, Cos a Vittoria, Donnafugata a Contessa Entellina, Fazio Wines a Fulgatore, Feudo Arancio a Sambuca di Sicilia, Gorghi Tondi a Mazara del Vallo, Nicosia a Trecastagni, Planeta a Noto, Principi di Corleone a Corleone, Tasca d’Almerita a Sclafani Bagni.

Nello specifico, in ognuno dei dieci vigneti individuati, sono stati installati stazioni da 5 alveari, puntando a un duplice obiettivo: da un lato, l’immediato incremento della popolazione di api mellifere e, quindi, anche della quota complessiva di insetti impollinatori, valorizzando in tal modo il loro ruolo nelle fioriture tra i filari di vite e nelle colture confinanti. Il tutto, a beneficio della collettività. Dall’altro lato, svolgere, durante il progetto, analisi sui pollini presenti nei favi per valutare lo stato di salute dei territori circostanti e rintracciare l’eventuale presenza di metalli pesanti e fitofarmaci che possono compromettere il benessere delle api o alterare il loro ciclo biologico. I risultati saranno presentati, insieme al miele prodotto, in occasione del simposio “Interazioni sostenibili”, organizzato ogni anno dalla Fondazione SOStain Sicilia.
«Vorrei fare un passo indietro e dire che Einstein non ha mai parlato di api», afferma Raffaele Cirone, presidente della Federazione Apicoltori Italiani, «ma è vero che, quando si parla di sparizione, di moria delle api ci si riferisce a un problema che riguarda quelle selvatiche, quindi la specie presente in natura. Questo vale per l’Italia, l’Europa, ma anche per il resto del mondo. Sicuramente le api selvatiche meno curate, come nel caso della mellifera, soffrono di più perché non c’è nessuno che se ne preoccupa. Il patrimonio apistico, italiano e anche regionale, cresce ogni anno, e oggi abbiamo in Italia quasi 2 milioni di alveari, siamo al terzo posto nelle classifiche europee, dati che fanno sorridere la categoria di cui facciamo parte».
In Sicilia, al 31 dicembre 2024, risultano registrati 2.393 apicoltori, detentori di 143.441 alveari, dislocati in 12.179 apiari (postazioni con più alveari), e di 13.119 sciami, per un totale di 156.560 colonie di api. Gli apicoltori siciliani, come quelli di tutto il territorio nazionale, si dividono tra “allevamento familiare” (cioè per autoconsumo) e “allevamento ordinario” (per fini di commercializzazione): la prima tipologia aziendale si compone di 1.227 apicoltori, 718 dei quali dichiarano di curarsi di api sicule; la seconda tipologia comprende 1.165 apicoltori, tra i quali 423 detentori della specie autoctona.
L’Apis mellifera sicula rappresenta nell’Isola una quota del 30% dell’intero patrimonio apistico regionale, mentre il 50% degli alveari ospita api del tipo Ligustica (la sottospecie italiana che sul territorio nazionale ha una quota del 90%) e il rimanente 20% tipologie provenienti da allevamenti nazionali o stranieri che incrociano diversi ceppi e sottospecie per valorizzare degli ibridi ritenuti molto produttivi.

Dato valoriale del progetto la collaborazione tra mondi che non si parlavano
«Due realtà che, fino a qualche anno fa, erano addirittura in competizione tra loro», prosegue Cirone. «L’ambiente agricolo dove si coltivano i vitigni normalmente viene considerato un ambito ostile per gli apicoltori, perché di fatto c’è poca flora utile alle api e soprattutto ci sono delle pratiche di conduzione che talvolta non sono proprio sostenibili come si vorrebbe. Noi incrociamo la modalità operativa di Fondazione SOSTain, che fa della sostenibilità la cifra del proprio rapporto con le aziende associate, certificabili perché praticano dal punto di vista agronomico determinate accortezze che si riflettono positivamente nel rendere l’ambiente più favorevole, anche per la presenza delle api».
Dove c’è l’ape, c’è salubrità per l’intero Pianeta
«I dati che raccoglieremo dalle analisi dei pollini», spiega Letizia Russo, componente del consiglio direttivo di SOStain Sicilia «forniranno informazioni importantissime sulla qualità dell’aria, sulla presenza di inquinanti, sulla biodiversità botanica siciliana, come anche sull’impatto dell’attività agricola sull’ecosistema. Ecco perché abbiamo valorizzato il ruolo dell’ape nelle fioriture tra i filari nei nostri vigneti e nelle colture circostanti. Dieci aziende sono davvero una grande prova in questo senso. SOStain ha messo in piedi una governance indipendente, nominando un comitato tecnico scientifico che si occupa di studi e ricerche con tematiche sostenibilità. Grazie a questo progetto la Fondazione rinnova il proprio impegno per la tutela della biodiversità siciliana, patrimonio prezioso per le aziende vitivinicole. La nostra visione di sostenibilità è ambientale, ma anche sociale ed economica: dalla promozione dell’ape nera sicula all’adozione del vetro riciclato per le bottiglie, fino al reinserimento lavorativo di soggetti fragili, ogni iniziativa è parte di un percorso concreto e coerente. Negli anni abbiamo costruito credibilità e autorevolezza, in Italia e all’estero, lavorando fianco a fianco con aziende, istituti di ricerca e amministrazioni pubbliche, sempre con indipendenza e rigore. “HoneyBees & Vineyard” rappresenta un nuovo tassello di questo impegno, che guarda al futuro e alle prossime generazioni».
In atto, all’interno del progetto, anche una raccolta fondi che rappresenta un’opportunità per contribuire concretamente al futuro dell’ecosistema e dello sviluppo sostenibile, in una prospettiva sia nazionale che globale, a partire proprio dalla Sicilia.
«Abbiamo selezionato il programma HoneyBees & Vineyard per la nostra piattaforma di raccolta fondi For Funding», spiega Andrea Lecce, responsabile della direzione Impact nell’ambito della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, «in quanto coniuga tutela della biodiversità, sensibilizzazione ambientale e coinvolgimento attivo delle comunità. Attraverso le donazioni potremo contribuire concretamente al ripopolamento delle api, promuovendo pratiche sostenibili e progetti di apicoltura responsabile. For Funding ospita progetti di solidarietà sociale selezionati da noi con cura, di organizzazioni non governative e associazioni non profit, e a oggi ci ha consentito di raccogliere più di 50 milioni di euro, supportando 450 progetti».

Dolce il frutto di un percorso che crea sinergie tra più realtà
«Andremo, per esempio, a estrarre il miele nel processo di smielatura, lo andremo a confezionare nei barattoli di vetro riciclato che avranno l’etichetta “SOSTain Sicilia” che evoca appunto una viticoltura sostenibile. Il simposio in programma il prossimo autunno», aggiunge Russo, «sarà anche l’occasione per presentare uno studio multidisciplinare su tutte le tematiche di sostenibilità. Rientra nel percorso della fondazione, nata nel 2020 perchè si sentiva l’esigenza di promuovere lo sviluppo etico e sostenibile nel settore vitivicinicolo siciliano, misurando la riduzione dell’impatto che le pratiche agricole hanno sul territorio. Un percorso che agevolasse la condivisione di best practice, finalizzate appunto all’ecosistema. Il progetto di salvaguardia dell’ape nera sicula è sicuramente indispensabile, lo abbiamo capito, per preservare la biodiversità della nostra isola. Tutto questo ci aiuta ad allontanare l’inquinamento con un progetto che ci ricorda che l’ape è una sentinella ecologica, che ci porta a monitorare l’ambiente. Rispettarla e proteggerla significa offrire un futuro migliore all’umanità e al pianeta».
Le foto sono state fornite dell’ufficio stampa del progetto “HoneyBees & Vineyard”
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