Lavoro sociale

Polistena, comunità per minori verso la chiusura «per ritardi nei pagamenti»

«Ci troviamo a fronteggiare ritardi inaccettabili nei pagamenti da parte delle istituzioni. Garantire lo stipendio alle persone che ogni giorno si prendono cura dei bambini è diventato un impegno difficile da rispettare»: con queste motivazioni la comunità per minori Luigi Monti di Polistena ha paventato la chiusura dei servizi educativi. Il Forum Terzo settore della Calabria: «Non è un problema che riguarda la singola comunità ma l’intero sistema socio sanitario regionale»

di Daria Capitani

«Tutto ebbe inizio quando le prime difficoltà economiche si fecero sentire e il nostro caro amico Mario Multari disse “Se noi non possiamo andare a mare, il mare verrà da noi”. Oggi che le difficoltà sono tornate più forti, abbiamo deciso che i nostri ragazzi hanno il diritto di vivere bene l’estate, anche se in modo un po’ diverso». L’immagine di una piscina tonda su un prato al sole campeggia sul profilo Facebook della comunità Luigi Monti, una struttura che a Polistena, in provincia di Reggio Calabria accoglie ragazzi alle prese con la fragilità.

Il post è stato pubblicato soltanto dieci giorni fa, ma oggi suona più forte. Il motivo è una lettera che il superiore provinciale e il direttore dei servizi educativi dell’ente gestore della struttura (la Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione) hanno inviato a più di 20 interlocutori, annunciando la possibile chiusura dei servizi educativi. Una decisione che definiscono «difficile, dolorosa, ma ormai inevitabile, maturata dopo anni di crescente instabilità».

Una attività di riflessione sul tema della pace alla comunità Luigi Monti.

Ne è scaturita un’ondata di solidarietà. C’è chi la definisce una «chiusura obbligata» e chi si dice «pronto a gridare con voi e a supportarvi». Le cause hanno a che fare con una situazione che non riguarda la singola comunità ma l’intero sistema socio sanitario calabrese: «Da quando», si legge nella lettera, «nel gennaio 2020 è stata attuata la legge quadro 328 del 2000, le procedure burocratiche intervenute hanno reso impossibile continuare a garantire un servizio dignitoso e rispettoso dei diritti dei minori e degli operatori coinvolti».

La nostra missione è garantire loro un diritto al cambiamento. Se anche noi crolliamo, come faranno loro a non crollare? Ci impegniamo ogni giorno affinché questo luogo continui a vivere

Rita Gerace, responsabile della comunità Luigi Monti

In gioco la dignità del lavoro sociale

La struttura ha una storia lunga 90 anni a Polistena, un comune di poco meno di 10mila abitanti. Nata nel 1934 come orfanotrofio, oggi si occupa di tre servizi: una comunità residenziale che accoglie fino a 12 bambini dai sei ai 14 anni allontanati temporaneamente dai contesti familiari, una struttura residenziale specialistica che accoglie fino a sette ragazzi di età compresa tra i 14 e i 21 anni e un centro diurno per dieci ragazzi tra i sei e i 18 anni che abbiano necessità di contesti strutturati e stimolanti. «Assicuriamo da sempre un servizio puntuale ai minori affidati dall’autorità giudiziaria. Siamo un punto di riferimento, una risposta sociale alle difficoltà e fragilità di crisi familiari e personali», si legge nella lettera.

In modo particolare negli ultimi cinque anni, spiegano, «ci troviamo a fronteggiare ritardi inaccettabili nei pagamenti da parte delle istituzioni competenti. Tali ritardi hanno inciso gravemente sulla sostenibilità economica della nostra struttura. Garantire lo stipendio alle persone che ogni giorno si prendono cura dei minori è diventato un impegno difficile da rispettare, nonostante la professionalità e la dedizione costante. I ritardi nei pagamenti dei dipendenti, anche di sei mesi, non sono ulteriormente sopportabili, così come quelli nei confronti dei fornitori. […] Abbiamo sempre messo i minori al centro del nostro lavoro, cercando di costruire per loro un ambiente sicuro, accogliente e rispettoso delle loro esigenze. Ma non possiamo continuare a operare in un contesto in cui la dignità del lavoro sociale viene compromessa».

«Una situazione inaccettabile»

Fratel Stefano Caria, direttore dei servizi educativi dell’ente religioso, spiega che «nelle strutture della Congregazione diffuse in altre regioni, dove la legge 328 del 2000 è stata operativa sin da subito, questi disagi non ci sono e le progettualità si possono affrontare con la giusta programmazione».

A spiegare nel dettaglio le criticità del sistema, è Luciano Squillaci, delegato del Forum del Terzo settore Calabria per l’applicazione del regolamento previsto dalla dgr 503 per i servizi socio assistenziali. «Sui servizi erogati da strutture come la comunità Luigi Monti, il regolamento regionale attuativo della legge 328, che qui è stato approvato a 20 anni dalla legge, prevede che venga erogata una tariffa pro die per ogni ragazzo accolto. La retta va a coprire i costi di gestione del personale ma anche il cibo e le utenze. Storicamente in Calabria, prima dell’applicazione della 328, era direttamente la Regione a gestire l’erogazione dei fondi. Ora le convenzioni sono in capo ai comuni, consorziati negli ambiti territoriali sociali», spiega. «Annualmente la regione assegna dei fondi (in parte di provenienza statale e in parte regionale, nda) attraverso un meccanismo che prevede una quota calcolata per il 60 per cento sul numero dei cittadini e per il 40 per cento sul numero dei posti letto accreditati. Questa suddivisione sta creando dei problemi, perché non vi è univocità nelle procedure applicate dai ben 32 Ambiti territoriali sociali. Ciò comporta spesso inaccettabili differenze di trattamento tra i cittadini, oltre che ulteriori ritardi e lungaggini burocratiche per gli enti gestori».

Luciano Squillaci, Forum Terzo Settore Calabria

Il 24 luglio scorso, la Giunta regionale ha disposto un rafforzamento di risorse con il riparto di oltre 4,3 milioni di euro tra gli Ambiti territoriali sociali per l’anno 2025, «con l’obiettivo di potenziare la qualità e l’efficacia delle prestazioni sociali sul territorio», si legge sul sito della Regione Calabria. Il sindaco di Polistena Michele Tripodi nei giorni scorsi ha avuto un incontro con la comunità: «Polistena e il territorio non possono permettersi di perdere una realtà che nel tempo ha costituito un valido punto di riferimento per generazioni di giovani e minori in difficoltà. Per tali motivi siamo schierati al fianco Comunità e di tutte quelle persone che vi lavorano e operano animate da sentimenti di solidarietà, cura e amore per tutti gli ospiti», ha scritto. Nell’incontro con la comunità il sindaco ha affermato che «per quanto di competenza dell’ambito, ci siamo impegnati a velocizzare procedure e adempimenti» e ha chiesto «l’istituzione di un tavolo regionale», anche con il Forum del Terzo settore, per «una revisione del sistema di ripartizione delle risorse tra ambiti (attualmente suddivisa in base alla popolazione ed al numero degli ospiti) e maggiori certezze e tempestività nell’anticipazione (almeno bimestrale) delle risorse che diversamente non potrebbero essere liquidate puntualmente alle strutture aventi diritto».

Garantire ai ragazzi il diritto al cambiamento

L’allarme lanciato della comunità Luigi Monti ha tolto un velo. Rita Gerace, la responsabile della struttura, pensa ai ragazzi: «La nostra missione è garantire loro un diritto al cambiamento. Se anche noi crolliamo, come faranno loro a non crollare?». In una lettera aperta, gli educatori della comunità scrivono: «Lavorare in comunità non è un mestiere: è un atto di resistenza. Questa è una casa che cura, un ponte verso il futuro, una fucina di rinascita. Ci impegniamo ogni giorno affinché questo luogo continui a vivere».

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Le fotografie sono della comunità Luigi Monti (scattate durante una attività di riflessione sul tema della pace), o degli intervistati.

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