Meeting 2025
Sussidiarietà circolare, Zamagni: «Ora il Parlamento faccia una legge»
A Rimini, il professore Stefano Zamagni nel panel dedicato a "Economia sociale e fraternità" sollecita il Parlamento ad approvare una legge ordinaria per dare attuazione al nuovo paradigma della sussidiarietà circolare disegnato dalla Corte costituzionale nella sentenza 131/2020. «Senza una legge, quella sentenza importantissima resta senza reali effetti pratici»

Se vogliamo che in Italia il modello di economia sociale abbia piena attuazione, allora la politica deve avere uno scatto di coraggio perché «bisogna che il Parlamento, partendo dalla sentenza della Corte costituzionale del 26 giugno 2020, n. 131, tiri fuori una legge ordinaria che la applichi, altrimenti non avrà effetti pratici».
Non ci gira intorno, Stefano Zamagni, professore di Economia politica all’Università di Bologna, prendendo la parola al Meeting di Rimini sul tema della sussidiarietà, uno dei principi cardine dell’economia sociale.
Enti pubblici, enti privati, imprese ed enti del Terzo settore devono interagire sistematicamente tra di loro perché l’economia sociale, nel modello italiano, è in funzione della società civile
Zamagni spiega che due sono le matrici dell’economia sociale: quella americana, dove gli enti dell’economia sociale come volontariato, imprese sociali, cooperative sociali, Ong, sono in funzione del mercato. L’altra matrice, invece, è legata al modello di economia sociale italiano che, invece, è in funzione della società civile: «Non è solo del mercato né solo dello Stato ed è questo il motivo per cui il nostro modello vincerà sicuramente anche se trova difficoltà, perché l’economia sociale come la interpretiamo noi italiani ha nel proprio dna il principio di sussidiarietà circolare in cui enti pubblici, enti privati, imprese e enti del Terzo settore entrino in relazione», dice stentoreo il professore.
Dunque per Zamagni perché si abbia sussidiarietà circolare occorre coinvolgere anche il mondo dell’impresa: «Su questo, in Italia nel 2020 la Corte costituzionale ha scritto una sentenza chiara ed esemplare: se vogliamo fare evolvere un Paese, bisogna che i tre vertici del “triangolo magico” fatto da ente pubblico, privato for profit e enti del Terzo settore o privato non profit, interagiscano sistematicamente tra di loro». E qui il richiamo alla politica: «Una sentenza è tale, non si può mettere in discussione, però bisogna che il Parlamento che adesso, partendo da quella sentenza faccia una legge ordinaria», ha precisato Zamagni.
Il Parlamento, partendo da quanto ha detto la Corte costituzionale il 26 maggio 2020, nella sentenza n. 131, faccia ora una legge ordinaria, altrimenti quella sentenza non potrà avere effetti pratici
Economia civile e fraternità
Sul rapporto tra fraternità ed economia civile, Zamagni chiarisce un’altra differenza sostanziale di paradigmi: da un lato c’è la tradizione nordico-europea e americana ed è il paradigma del “mainstream” secondo il quale per avere successo in economia ognuno deve pensare a se stesso; dall’altro invece c’è quello dell’economia civile dove ogni uomo è, per sua natura, amico di un altro uomo. Ecco allora perché, spiega Zamagni, «il principio di fraternità nasce all’interno del paradigma dell’economia civile».

Attenzione, però, a non confondere fraternità con fratellanza: «C’è voluto papa Francesco, con l’enciclica “Fratelli tutti”, per chiarire la differenza che nel concetto di fratellanza io mi avvicino a te perché ho un interesse, materiale o immateriale, da perseguire; nella fraternità, invece, io vengo a te perché per natura siamo amici, cioè ci riconosciamo che siamo fratelli in quanto figli di un unico ente», spiega Zamagni.
E questa differenza per Zamagni ha implicazioni pratiche notevoli sul principio di sussidiarietà: «Col principio di fratellanza, la sussidiarietà circolare non si potrà mai mai realizzare. Se vogliamo applicare la vera sussidiarietà, bisogna che il paradigma dell’economia civile, nato in Italia, venga accolto».
L’ultima battuta Zamagni la lascia allo sviluppo: «Non confondiamo la crescita con lo sviluppo. La crescita non è un attributo solo umano perché anche le piante crescono, anche gli animali crescono. Solo l’uomo è capace di sviluppo nel senso etimologico di “togliere i viluppi”, i lacci, le catene: quindi ama lo sviluppo chi ama la libertà, e chi anela alla libertà anela alla felicità».
foto: ufficio stampa Meeting
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