Arte per il sociale

Con “La luce nella crepa”, al Lido riflettori sui caregiver

«Ho tentato», dice la regista del corto Anselma Dell'Olio, «di restituire a chi si prende cura voce e dignità, raccontando questo ruolo in tutta la sua umanità»

di Nicla Panciera

«Devo darle coraggio e speranza che avrà un futuro, però lei si arrabbia, dice che la infantilizzo ma poi dimentica le medicine». Parla tra sé Luisa, donna che risolve problemi, scioglie ogni nodo e dedica interamente alla cura della sorella, con cui litiga e che di lei dice «è la luce che filtra da ogni crepa». Alla mostra del cinema di Venezia, tra i temi caldi affrontati dalle pellicole c’è anche quello dei caregiver, il cui impegno ancora non è riconosciuto e la salute non tutelata, per quanto figura essenziale.

Il corto “La luce nella crepa”, diretto da Anselma Dell’Olio, american woman poliedrica regista, giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e femminista “storica” impegnata in tante battaglie a favore dei diritti civili. Con la sceneggiatura di Manuela Jael Procaccia, è un cortometraggio liberamente ispirato a una storia vera. Racconta un fine settimana di due sorelle molto diverse, Carla che convive con un tumore al seno per il quale è in trattamento e Luisa che con sconforto e ostinazione è la sua caregiver. Le due trascorrono un fine settimana insieme fuori città e le vicende che si susseguono mettono in luce gli aspetti della quotidianità che sono familiari a tutti i caregiver e che sono il motore delle tante battaglie per l’ottenimento di una legge a loro tutela.

Attualmente in Italia non esiste una norma nazionale che disciplini la materia e riconosca pienamente il ruolo dei caregiver. Si è in attesa di una Legge che dovrebbe introdurre specifiche tutele, sebbene un primo riconoscimento formale si sia avuto con la Legge 205/2017 e un modesto fondo dedicato nel 2020 per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare, con stanziamenti che però rimangono ancora insufficienti rispetto ai reali bisogni. Salute Donna ODV continua a battersi per il riconoscimento giuridico, la tutela previdenziale e il supporto psicologico per chi ogni giorno svolge un lavoro di cura insostituibile. «Perché la luce entra dove c’è una crepa» dice Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna alla cui storia personale di caregiver del fratello Tonino è ispirato il cortometraggio, nato proprio da una sua idea. «La realizzazione di questo cortometraggio è stata resa possibile dall’incontro, non certo casuale, con Anselma, avvenuto durante il percorso di cura di Tonino: un incontro che ha dato origine a un cammino speciale e ricco di significato. Il caregiver sopporta un carico di lavoro fisico ed emotivo ad alto tasso di stress, che in certi momenti può diventare insostenibile e fuori controllo. Chi si prende cura da solo di un familiare malato o non autosufficiente entra in un tunnel che può durare anni. Il tumore porta a una perdita di ruolo, sia per chi sta male sia per chi l’assiste, perché la malattia e, ancora di più, la prospettiva della perdita ridefiniscono tutti gli equilibri familiari, generando all’interno della coppia paziente-caregiver rabbia, senso di impotenza, frustrazione, rifiuto, paura per il futuro. Il caregiver, in alcune fasi della malattia dell’altro, può sentirsi inadeguato ad affrontare questa tempesta. È importante, allora, chiedere aiuto, non farsi annientare, dare spazio alle proprie necessità. In quella crepa che si è formata va fatto entrare uno spiraglio di luce, e bisogna capire cosa di bello e di buono si può ancora fare per sé e per la persona che si cura. Insomma, bisogna riuscire a trovare la bellezza, il piacere, l’amore nonostante tutto e la malattia».

«L’incontro con Annamaria Mancuso è stato uno di quei momenti di sincronicità che sicuramente resterà segnato nella mia storia personale e professionale» spiega Anselma Dell’Olio. «Il legame profondo che ha unito lei a suo fratello mi ha coinvolta e immersa in un mondo di emozioni e di impellenti necessità, che solo se vissuti in prima persona si possono comprendere appieno. Ho tentato, grazie ai bravissimi interpreti e alla troupe tecnica che avevano sposato la causa, di dare voce, forza e dignità al caregiver, raccontando questo cruciale ruolo in tutta la sua umanità, trasformandolo, attraverso l’arte del cinema che racconta la vita, in una presenza concreta, non marginale, ma protagonista di una narrazione profonda e autentica, quella che nasce dal dolore della malattia e poi dalla perdita, e prova a rinascere più vigorosa di prima».

Il corto, unendo arte e impegno sociale, riesce ad affrontare delle tematiche complesse attraverso stili narrativi capaci di raggiungere il grande pubblico e stimolare il dibattito. “La luce nella crepa” ha come interpreti Chiara Caselli, Valeria Milillo, Francesco Foti, Lorenzo Morselli, Alex Di Giorgio, con la partecipazione di Anna Villarini. È stato ideato da Salute Donna ODV, con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, in collaborazione con le Terme di Sirmione. Il corto, curato da Pro Format Comunicazione, è stato presentato in anteprima internazionale questo pomeriggio nella splendida cornice dell’Hotel Excelsior, Spazio Incontri nell’ambito della 82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – sezione Venice Production Bridge, alla presenza del cast artistico e di Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna ODV e Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. L’evento è realizzato con il supporto di Gruppo DESA S.p.A.

Una scena: le sorelle Luisa (Chiara Caselli) e Carla (Valeria Milillo) con la dottoressa del centro Termale, impersonata dall’oncologa Anna Villarini di INT

Il corto è disponibile qui.

Foto di Pro Format

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