Non profit
Crimea la nuova “gambling zone” di Putin
Dal 2009 il gioco d'azzardo è proibito in Russia tranne in quattro enclaves. Recentemente, le autorità hanno oscurato numerosi siti di poker online legati a compagnie statunitensi e hanno bloccato il tentativo di trasformare le strutture post-olimpiche di Sochi in piccoli casinò. Ora, un nuovo progetto sembra prendere corpo

Altre compagnie, a detta di alcuni analisti, erano pronte a lanciare l'assalto anche alle strutture post-olimpiche di Sochi, trasformando alberghi e resort in casinò 2.0. Va detto che in Russia sono a tutt'oggi attive quattro enclaves dove è possibile praticare l'azzardo: Krasnodar, vicino al Mar Nero; Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania; Altai, al confine con il Kazakistan; Vladivostok , v ai confini con Cina e Corea del Nord. Molti russii, inoltre, non disdegnano di percorrere con la Transiberiana i 300 km che separano San Pietroburgo da Helsinki per giocare nei casinò finlandesi.
Ora, secondo quanto riportato il 27 marzo scorso da Evgenia Pismennaya, Ilya Arkhipov e Yuliya Fedorinova su Bloomberg, sarebbe allo studio un piano per trasformare la Crimea in un grande casinò a cielo aperto. Il vice primo ministro russo Dmitry Kozak avrebbe pensato alla creazione di una zona di gioco speciale, parlandone in una riunione riservata tenutasi il 21 marzo scorso e dedicata alle opzioni di rilancio dell'economia turistica della penisola sul Mar Nero, recentemente passata alla Federazione Russa. Il progetto della "gambling zone" sarebbe arrivato oggi, 15 aprile, sulla scrivania di Vladimir Putin. Che cosa succederà? Tutto resta incerto, ma gli scenari geopolitici in rapida trasformazione, in un mondo sempre più interconnesso e complesso, non lasceranno immune il business globale dell'azzardo.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.