Cultura
A Educa Imarisio raddoppia
L’inviato di guerra Marco Imarisio racconta a EDUCA il suo viaggio nelle scuole italiane. Sala gremita e incontro subito replicato.
di Redazione
L’inviato di guerra Marco Imarisio racconta a EDUCA il suo viaggio nelle scuole italiane. Sala gremita e incontro subito replicato.
Erano in tanti stamattina a Palazzo Fredigotti, a Rovereto per EDUCA, ad attendere Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera, per ascoltare il racconto del suo viaggio nel mondo della scuola italiana. Un’affluenza tale che gli organizzatori si sono visti costretti a chiedere ad Imarisio di “replicare” immediatamente il suo intervento, per dar modo a tutti quelli che non avevano trovato posto nella sala di poter comunque ascoltare le sue parole. “Leggendo le pagine dei giornali dove si è diffusa la cronaca nera scolastica, mi sembrava mancasse la voce di chi la scuola la fa”. E cosi Imarisio ha intervistato insegnanti e ispettori scolastici. Le loro storie, pubblicate nel libro “Il mal di scuola”, oscillano tra eroismi e assoluta normalità, ma la fotografia complessiva mostra insegnanti screditati, genitori fragili, ragazzi spaesati.
Annamaria Ajello docente di psicologia dell’educazione della Sapienza di Roma ha aggiunto: “Se non c’è il gusto di apprendere i ragazzi non capiscono il senso di stare a scuola e le aule diventano così solo uno luogo di ritrovo. I genitori si contrappongono agli insegnanti perché chiamati solo nell’emergenza o al contrario vanno a chiedere aiuto per gestire la relazione con i loro figli”.
Il male che pervade la scuola italiana dipende, secondo Imarisio, dalla scarsa considerazione, tipicamente italiana, per gli insegnanti da parte del mondo esterno. Uno svilimento che ha demotivato la categoria, ne ha minato l’autostima, l’ha delegittimata nei confronti dei ragazzi. A questo si aggiunge la rottura del patto di mutua solidarietà tra insegnante e genitore votato al bene esclusivo del figlio-alunno.
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