Sono di famiglia musulmana, ma non potrei essere me stessa senza il Natale. Mi piace ritornare nella Betlemme di quei tempi e rivivere quella storia che tutti conosciamo…di Fatima El Harki
Sono di famiglia musulmana, ma non potrei essere me stessa senza il Natale. Il Natale mi ha sempre affascinata sin da piccolina, mi piace la curiosità negli occhi dei bambini, l’attesa con cui aspettano Babbo Natale e la Befana. Mi piace l’illuminazione che colora tutte le realtà di arcobaleno. La magia che si respira nell’aria, l’atmosfera che riempie il cuore di gioia e di allegria. La predisposizione ad essere più buoni e migliori, evitando di arrabbiarsi, perché sembra non ci sia nulla di tanto importante da poter togliere il sorriso.
In famiglia non festeggiamo il Natale solo per quanto riguarda gli addobbi natalizi e la cerimonia in Chiesa; per il resto, forse anche involontariamente, il Natale è presente anche in casa mia.
La cosa che più adoro è fare il presepe, sia quello in casa con le statuine sia quello vivente che organizziamo nel mio paesino. La mia amica del cuore conoscendo questa mia passione, tutti gli anni, mi chiama a casa sua a fare l’albero e il presepe. Mi sembra di tornare bambina, a quella spensieratezza e serenità con cui i più piccoli riescono a vivere il presente senza preoccupazioni e senza proiezioni verso il futuro o il passato. Per quanto riguarda il presepe vivente, questa realtà si ripete nel mio paesino oramai da decenni. Quando ero piccolina ho iniziato facendo l’angioletto e cantando canzoni al Bambin Gesù. Crescendo ho sempre fatto la pastorella.
Nonostante passino gli anni, la sera della vigilia continua ad essere una delle serate che nell’arco dell’anno preferisco. So che quella sera sarà speciale, che ci sarà quell’atmosfera propria del Natale. Mi piace ritornare nel passato, nella Betlemme di quei tempi antichi e rivivere quella storia che tutti noi conosciamo. Maria gravida sull’asino con Giuseppe che la guida di locanda in locanda per trovare un luogo dove far nascere quella creatura così speciale, che finirà per venire al mondo in una gelida stalla, riscaldata però dal calore degli animali e delle persone che da subito si accingono a portare doni a quella, già, meravigliosa creatura.
Amo il Natale e le tradizioni che si ripetono tutti gli anni allo stesso modo, ma che regalano sempre nuove emozioni. L’unica cosa che non amo sono i regali, non mi piace farne e nemmeno riceverli, questa è la cosa che, secondo me, allontana dall’essenza del Natale e lo rende una festa “commerciale”.
Mi dispiace anche, quando le persone non mi porgono gli auguri perché sanno che sono marocchina e allora partono dal presupposto che io sia musulmana e che dunque il Natale non possa essere una festa per me.
Ognuno può interpretare questo mio amore per il Natale a suo piacimento o come gli torna più comodo. Io non so cosa sia, so solo che questo non mi fa sentire meno musulmana o più cattolica, non mi rende più italiana o meno marocchina, semplicemente amo il Natale. Amo il Natale come si può amare un giocatore di calcio, un quadro o una canzone che segna così profondamente la nostra esistenza e senza la quale la nostra vita avrebbe sicuramente un senso diverso. Amo il Natale e mi manca tanto quando, per un qualsiasi motivo, non riesco a passare la Vigilia di Natale a Pietracolora, il paesino dove vivo.
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