Mondo

A torino i travet della solidariet

I bancari della Cassa di Risparmio finanziano progetti sociali. Prossimi obiettivi: Bosnia e periferie cittadine

di Rosanna Schirer

Di solito, se si pensa a un’azienda di credito, a cose come tassi di sconto, fondi, risparmi e investimenti, e di conseguenza anche a chi li gestisce, si pensa a persone interessate per lo più alle cifre, ai cambi delle valute e all’andamento della borsa. Non certo ai sentimenti e alla solidarietà. Ecco, invece, un gruppo di volontari particolarmente sensibili ai problemi del prossimo, nato grazie alla generosità dei dipendenti di un istituto di credito di Torino, una struttura di tutto rispetto che si batte per realizzare progetti importanti in grado di aiutare persone in difficoltà in ogni angolo del mondo. Sono quelli della Banca CRT, la Cassa di risparmio di Torino, istituto bancario che fa parte del Gruppo Unicredito Italiano. «Dal ’93 organizziamo, insieme ad altri volontari, spedizioni umanitarie nei Balcani», racconta il presidente del Comitato, Bruno Cavallo, che lavora in banca da 21 anni. «In questo periodo di attività, decine e decine di tir pieni di medicine, abiti e cibo hanno raggiunto le zone martoriate dalla guerra. Abbiamo addirittura costruito, in collaborazione con le Caritas locali, una casa per piccoli orfani di guerra a Citluk, paese che dista 20 chilometri da Mostar dove vivono 92 bimbi. Inoltre, siccome sono anche presidente del Comitato Maria Madre della Provvidenza, altro gruppo impegnato in opere benefiche, ho pensato di coinvolgere anche i dipendenti della CTR. Un’ottantina di loro tra l’altro già si autotassavano per aiutare chi vive di sofferenza». Nasce così il Comitato di Solidarietà dei dipendenti di Aziende di credito, organizzazione senza fine di lucro per l’assistenza sociale e la solidarietà attraverso interventi diretti e indiretti, sia in Italia sia all’estero. Il Comitato offre la possibilità anche a chi non può fare del volontariato attivo di aiutare gli altri, condividendo tempo, professionalità e beni materiali con tante persone povere e deboli, favorendone così lo sviluppo. Non a caso, questa associazione piuttosto insolita, nata solo due mesi fa, vanta già ben 220 iscritti; tra l’altro fino ad oggi sono stati versati più di 160 milioni di lire, di cui un centinaio offerti dalla Fondazione CRT. Da sottolineare anche un’altra particolarità di rilievo: alle iniziative proposte dal Comitato possono associarsi i dipendenti delle aziende di credito con sede in Italia e all’estero, che contribuiranno così con le quote associative (per quest’anno la quota di iscrizione è di 100mila lire per ogni socio), e anche persone che nulla hanno a che fare con la banca ma che vogliono fare libere offerte. Ma per capire un po’ meglio come opera questo Comitato è necessario soffermarsi sui due progetti, attualmente in fase di realizzazione. La prima iniziativa, che offre un sostegno finanziario per un progetto agricolo, è dedicata alle popolazioni che vivono nei Balcani e più precisamente nella Bosnia-Herzegovina e che stanno cercando, dopo la drammatica guerra che li ha coinvolti, di tornare alla normalità. “Agrovita Mostar”, ideato dalla Caritas Diocesana di Mostar, dalla Federazione Provinciale Coltivatori Diretti del capoluogo piemontese e dal Comitato Maria Madre della Provvidenza, prevede piccoli allevamenti di mucche gestiti da intere famiglie, oltre alla gestione di una ex fattoria collettiva di 100 ettari per la quale sono state acquistate 600 pecore della zona e all’ampliamento della Centrale del latte di Mostar. Fino ad oggi sono già stati creati una quindicina di posti di lavoro: nella zona operano infatti interpreti, segretarie e operatori che si occupano dei contatti con i contadini, ma l’obiettivo è quello di creare, nel più breve tempo possibile, almeno 200 posti di lavoro in modo da favorire la completa ripresa dell’attività economica. Tra l’altro, secondo le previsioni il progetto durerà tre anni e costerà più di 7 miliardi di lire. Da segnalare che la Missione Arcobaleno ha già offerto una somma pari a 2 miliardi e mezzo di lire, garantendo così l’attività per un primo anno. Il secondo progetto è invece tutto italiano e si rivolge ai poveri, agli anziani, ai bisognosi e a tutte quelle famiglie di Torino che vivono situazioni di emergenza economica e di disagio. A loro è dedicata infatti la realizzazione, in collaborazione con il Comitato Maria Madre della Provvidenza, di un Centro Raccolta Alimenti (CRA), predisposto alla raccolta, in un magazzino della città, di generi alimentari da distribuire poi a chi non ha nulla da mangiare. In due mesi sono state già raccolte 45 tonnellate di viveri destinate in particolare agli anziani. E una grande azienda italiana ha già promesso di donare al più presto 14 tonnellate di omogeneizzati. (Rosanna Schirer)

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