Non profit
«Abbiamo rotto il tabù, e ha funzionato. Nel 2010 dai lasciti il 43% delle nostre entrate»
Rossano Bartoli - Lega del Filo d'Oro
di Redazione
La Lega del Filo d’Oro è tra le realtà che per prime hanno osato sfidare il tabù: invitare a fare testamento, e farlo per il non profit. Nel 2010 i lasciti sono arrivati ad essere addirittura il 43% delle entrate. Un caso di successo, spiegato da Rossano Bartoli, segretario generale dell’ente.
Da quando il Filo d’Oro punta sulle eredità?
Le nostre prime campagne sui lasciti risalgono al 1986/87. Abbiamo iniziato coinvolgendo i notai, poi abbiamo toccato una parte dei nostri sostenitori, ora con periodicità facciamo una comunicazione rivolta a tutti i sostenitori e anche a chi non lo è. Oltre via via a coinvolgere altre categorie professionali, come gli avvocati e i dottori commercialisti. Nel 2011 abbiamo avuto 45 lasciti testamentari, per una valore attorno ai 6,5 milioni di euro: cash e immobili. Negli ultimi anni ci attestiamo sui 40/50 lasciti l’anno, con ricavi che oscillano tra i 5 e i 7 milioni di euro. In prevalenza sono beni immobili, quindi si pone il problema di amministrarli e poi arrivare all’alienazione… E questi sono anni difficili per alienare un patrimonio immobiliare.
Quanto pesano sul totale della vostra raccolta fondi?
Molto. Nel 2010, con 10 milioni di euro su 24 rappresentavano il 43% della nostra raccolta. Dieci anni fa erano circa il 25%.
È facile immaginare che il ritorno sull’investimento sia molto alto: è così?
Sì, i costi sostenuti sono assolutamente modesti rispetto ai fondi generati.
Come li impiegate?
Fino a un po’ di anni fa abbiamo integralmente investito i lasciti in nuove strutture, attrezzature, interventi di manutenzione straordinaria. Ora dobbiamo usarne una parte sempre maggiore per la gestione ordinaria, per continuare a mantenere alto lo standard dei servizi offerti.
Perché questo strumento è ancora meno diffuso di quel che potrebbe?
Innanzitutto per una ragione culturale: in Italia pochi fanno testamento, a prescindere dal citare il non profit. Accade perché abbiamo una legge che tutela gli eredi legittimi. Bisogna far capire che sostenere una causa sociale attraverso un lascito testamentario non lede i diritti dei figli e soprattutto che può essere alla portata di tutti, perché per troppi anni abbiamo pensato che riguardasse solo persone con redditi e capitali importanti. Noi abbiamo legati di poche migliaia di euro fino a patrimoni di diversi milioni di euro, tutti sono preziosi. E in ogni caso superiori al contributo che il donatore medio fa in un anno.
All’estero dicono che le campagne più convincenti sono quelle sullo strumento, con i nomi delle onlus in secondo piano. Da noi invece finora ognuno ha corso per sé…
Ogni organizzazione, anche all’estero, porta avanti la propria causa e le proprie finalità. All’estero però da tempo si sono avviate iniziative comuni e virtuose per promuovere congiuntamente la cultura del lascito. Anche in Italia sta per prendere il via un’iniziativa di questo genere, che vuole mettere insieme le organizzazioni non profit per promuovere questa cultura, nell’interesse comune.
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