Nasr Hamid Abu Zayd è stato uno dei più liberali e controversi intellettuali del pensiero islamico moderno. È morto a Il Cairo il 5 luglio. Ecco un suo pensiero molto chiaro su Corano e questione femminile.
Il Corano ha modificato la tradizione araba, praticata per lungo tempo, secondo cui il figlio maggiore era l’unico erede del patrimonio paterno, ed ha fatto sì che l’eredità venisse distribuita tra tutti i figli, le figlie e la moglie. Riguardo all’eredità, il Corano parla soltanto della “moglie”, e non delle mogli del deceduto. Nel Corano, il matrimonio è presentato in termini di serenità e di amore reciproco; moglie e marito si completano. Sono una cosa sola. Rispetto alla definizione di matrimonio presente nella sharia, dove il contratto matrimoniale è un contratto di compravendita e la donna è mercificata, il Corano pone il matrimonio in una posizione molto elevata.
Le differenze in campo sociali tra uomo e donna sono state legittimate ed ulteriormente sviluppate nel senso opposto a quello del Corano dai giuristi che formularono quella che oggi è conosciuta come sharia. La sharia, in definitiva, non è che un’interpretazione storica del Corano espressa secondo norme medievali a cui il Corano stesso si oppone. Il problema e la sfida che si pone oggi ai musulmani è di riconoscere, rispettare e attuare l’assoluta parità così come è stabilita nel Corano al più alto livello. Riusciremo a promuovere i contenuti sociali del Corano o continueremo il declassamento medievale dei valori coranici sotto la spinta delle rivendicazioni della sharia?
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