Non profit
Acli lotta per la regolarizzazione dei lavoratori
Parteciperà alla manifestazione di domani insiema a Antigone, Arci, Asgi, Cgil, Cir, Cnca, Emmaus Italia, Fcei, Libera, Terra del Fuoco, Progetto Diritti Onlus e Sei-Ugl
di Redazione
Giornata di mobilitazione domani a Roma e in molte città italiane per chiedere al Governo «atti concreti e responsabili» sul tema specifico della regolarizzazione dei lavoratori immigrati, protagonisti in queste ultime settimane di numerose richieste di aiuto e azioni di protesta. Le Acli parteciperanno con le altre organizzazioni sociali e sindacali a molte delle iniziative sul territorio, in particolare alla manifestazione di Piazza Santi Apostoli, nella capitale, davanti alla Prefettura.
Le organizzazioni che aderiscono con le Acli alla mobilitazione (Antigone, Arci, Asgi, Cgil, Cir, Cnca, Emmaus Italia, Fcei, Libera, Terra del Fuoco, Progetto Diritti Onlus, Sei-Ugl) chiederanno ai ministri competenti Maroni e Sacconi di «aprire un tavolo di trattativa, che possa individuare soluzioni serie e strutturali contro il lavoro nero e i diritti degli immigrati». In questo senso è stata inviata ai due ministri degli Interni e del Lavoro una lettera-aperta che indica alcune priorità precise: il contrasto allo sfruttamento del lavoro nero, «attraverso il recepimento della Direttiva europea 52, l’applicazione e l’estensione dell’art.18 del Testo unico sull’immigrazione anche a chi denuncia di essere stato costretto all’irregolarità del lavoro». Un percorso di emersione strutturale «che offra la possibilità di uscire dalla schiavitù e dallo sfruttamento a migliaia di migranti», a partire dal riconoscimento del permesso di soggiorno «a chi è stato truffato nel corso dell’ultima sanatoria e a chi è rimasto vittima della circolare manganelli». Una proroga del permesso di soggiorno per chi oggi ha perso il lavoro e fatica a reperirne uno nuovo, «senza che incomba la minaccia di espulsione». Un intervento sulla situazione di «estrema difficoltà» in cui versano gli sportelli Unici per l’immigrazione, che per effetto della manovra finanziaria sono costretti a licenziare 1300 operatori, oltre il 50% totale degli addetti».
«Il crescere di manifestazioni spontanee di cittadini stranieri e italiani – afferma il responsabile delle Acli per l’immigrazione Antonio Russo – chiama in causa il Governo per cercare una possibile soluzione. Ci sono centinaia di lavoratori stranieri che hanno perseguito la strada della regolarizzazione e in molte circostanze sono stati truffati o sono stati respinti da una circolare ministeriale tardiva e contraddittoria. Altre migliaia di lavoratori immigrati che operano ogni giorno per il bene del Paese e della sua economia attendono che si aprano i canali della regolarizzazione. Non possiamo lasciare inevasa questa domanda incalzante di legalità e responsabilità».
In allegato l’appello
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