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Addio a Maurizio Fermeglia, l’accademico con l’ambiente nel cuore

L'ingegnere chimico, già rettore dell'università di Trieste e delegato del Wwf in Friuli Venezia Giulia, è morto ieri per un malore durante un'escursione. Era un uomo che aveva dedicato la sua vita alla natura, alla scienza e all'ambiente, con una grande attenzione all'educazione delle giovani generazioni

di Veronica Rossi

Ieri pomeriggio un malore durante un’escursione in montagna si è portato via a 68 anni Maurizio Fermeglia, già rettore dell’Università di Trieste e delegato per il Wwf in Friuli Venezia Giulia. A niente è valsa la lunga rianimazione cardiopolmonare tentata sul sentiero della riserva naturale della Val Rosandra – poco distante dal capoluogo giuliano – dove il professore si è sentito male.

È venuto a mancare così non solo un accademico di grande valore – era un ingegnere chimico, apprezzato anche all’estero, rettore dell’ateneo triestino dal 2013 al 2019 e ora direttore della scuola di dottorato in nanotecnologie, con moltissime ricerche e pubblicazioni all’attivo –, ma anche un punto di riferimento per il volontariato e l’attivismo ambientale in Regione e sul territorio nazionale. È stato, infatti, capostazione della stazione di Trieste del Soccorso alpino e direttore della scuola di Scialpinismo del Club alpino italiano – Cai nella stessa città. La sua dedizione alla natura si è manifestata soprattutto attraverso il suo impegno con il Wwf e nella lotta contro progetti ritenuti dannosi per l’ambiente (uno su tutti quello per la costruzione di una cabinovia, che potrebbe causare danni all’ecosistema e al paesaggio triestini). «Maurizio era una persona competente e appassionata», scrive in un comunicato il Wwf nazionale, «che ha messo al servizio degli interessi collettivi dei cittadini e dell’ambiente la sua professionalità e il suo grandissimo patrimonio di conoscenze, con la passione, la generosità e l’umiltà che solo le grandi personalità sanno esprimere. Il Wwf tutto, sconcertato e in lacrime, lo ringrazia, nella certezza che il grande lavoro svolto sarà portato avanti nel suo nome e nel suo ricordo. E rivolge un abbraccio affettuoso alla moglie e ai figli». Esprime condoglianze anche il Soccorso alpino e speleologico del Friuli Venezia Giulia sulla sua pagina Facebook, dando notizia del decesso.

Fermeglia era un uomo appassionato, ricercatore e docente preciso e puntuale, anche nella comunicazione con i giornalisti, a cui ha sempre fornito aiuto e sostegno quando trattavano i temi a lui cari. Ha dedicato un’attenzione particolare alle giovani generazioni: era convinto, infatti, dell’importanza dell’educazione e della formazione interdisciplinare come mezzo per affrontare le sfide future dell’umanità, dalla crisi ambientale all’intelligenza artificiale, passando per la transizione energetica. «La nostra comunità è in lutto per la perdita di un uomo eccezionalmente eclettico, che ha saputo eccellere e lasciare una traccia importante non solo nell’ambiente accademico, ma in tutti gli ambiti in cui si è cimentato», si legge sulla pagina Facebook dell’università di Trieste. «[…]Alpinista e sci-alpinista, accademico del CAI, era stato istruttore di queste discipline ed aveva partecipato a varie spedizioni alpinistiche anche extra-europee; era stato inoltre capostazione della stazione di Trieste del Soccorso Alpino, dimostrando ancora una volta il desiderio di mettere le proprie capacità e conoscenze al servizio del prossimo. Forse la lezione più importante che il professor Fermeglia, nel lasciare su quel sentiero questo grande vuoto nella comunità accademica e non solo, ci ha trasmesso. Ci stringiamo alla sua famiglia con riconoscenza e affetto per quello che ha lasciato».

Foto in apertura fornita dall’ufficio stampa di Units


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