Mondo
Adozioni: ogni anno 3mila bambini in Italia
Ogni anno circa 3mila bambini stranieri trovano una famiglia italiana
di Redazione
Ogni anno in Italia circa 3 mila bambini stranieri e un migliaio di italiani trovano una famiglia. In particolare negli ultimi 5 anni sono state quasi 15 mila le adozioni di bambini provenienti da 68 paesi diventati figli di 13 mila coppie di genitori italiani, mentre nel 2005 sono state mille e 788 le adozioni nazionali.
Sono alcuni dei dati diffusi nel corso del convegno nazionale ‘Apprendere dall’esperienza’ che si e’ aperto oggi a Torino e durante il quale il sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre ha sottolineato che ”e’ un impegno preciso del Governo fare in modo che le procedure siano sempre piu’ snelle, il percorso per l’adozione piu’ agevole e questo si fa prima di tutto stringendo sempre di piu’ i rapporti con i paesi d’origine dei bambini la cui tutela resta l’esigenza primaria”.
A illustrare i dati relativi alle adozioni internazionali e’ stata la presidente dell’apposita commissione ministeriale nata nel novembre del 2000, Roberta Capponi, che ha spiegato che ”negli ultimi due anni sono calati gli arrivi dall’est Europa, passati dal 64 al 49% del totale e cio’ dipende soprattutto da un’accresciuta sensibilita’ in quelle zone verso la tutela dei minori che vengono adottati nei loro paesi.
Di contro – ha aggiunto – negli ultimi tre anni gli arrivi dall’Africa sono saliti del 4% e quelli dall’Asia dell’11%. Basti pensare che nei primi 6 mesi di quest’anno dai paesi asiatici sono arrivati per essere adottati 260 bambini contro i 236 di tutto il 2004”.
Cio’ che resta sempre molto alto e’ il divario fra la voglia di diventare genitori e il numero di bambini adottabili. Nel 2005 a fronte di oltre 14 mila 700 domande di adozioni nazionali e 7 mila 882 internazionali, rispettivamente 900 e 707 per quel che riguarda il tribunale dei minori di Torino che tratta tutto il Piemonte, sono state mille 788 le adozioni nazionali e 2 mila 762 quelle internazionali, che per il Piemonte ha significato 62 adozioni nazionali e 172 internazionali.
A questi si aggiungono i 12 mila 845 affidamenti familiari, di cui mille e 448 in Piemonte. Nella regione, complessivamente, in 5 anni sono state oltre 3 mila e 800 le coppie che hanno fatto domanda per l’adozione nazionale, mille e 683 per quella internazionale e sono state concluse 593 adozioni nazionali e 798 con bimbi stranieri.
”Non bisogna pero’ parlare di lungaggini perche’ dobbiamo pensare che c’e’ una procedura che guarda prima di tutto alla tutela del bambino”, ha sottolineato il sottosegretario alle Politiche per la Famiglia, Maria Chiara Acciarini, puntanto poi l’attenzione sul tema del dopo adozione, con politiche di sostegno alle famiglie e un monitoraggio dopo l’inserimento del minore, e sulla necessita’ di ”incentivare le adozioni anche dei bambini piu’ grandi e di quelli con degli handicapp, perche’ questa e’ vera accoglienza”.
E dell’importanza di attribuire un ”livello di alta qualita’ alle politiche per la famiglia” ha parlato Maria Rita Verardo, il presidente dell’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e la Famiglia che ha espresso l’auspicio che ”le procure potessero vigilare sulel comunita’ e sugli affidi.
Le famiglie – ha detto- vanno individuate, informate e valutate dopo un adeguato percorso e credo che sia la giurisdizione a dover valutare la loro idoneita”’. A parlare dell’esperienza torinese e piemontese c’erano la presidente della Regione, Mercedes Bresso, l’assessore provinciale alla Solidarieta’ Sociale, Eleonora Artesio, e l’assessore comunale alla Famiglia, Marco Borgione, oltre all’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso, che ha ricordato come siano ”193 gli operatori pubblici impegnati nel percorso adottivo in Piemonte, per i quali la giunta ha stanziato per quest’anno 436 mila euro”.
Dal canto suo la presidente Bresso ha sottolineato che ”sia il settore regionale relazioni internazionali, sia l’agenzia regionale per le adozioni internazionali collocano il Piemonte tra le regioni piu’ impegnate su questo fronte”, mentre l’assessore Artesio ha parlato del ”lavoro pluriennale a livello torinese dove c’e’ non solo la cultura della tutela dei diritti dei minori ma ci sono modalita’ di gestione dei servizi da parte delle istituzioni che hanno anticipato o rafforzato aspetti legislativi con la passione delle funzione educativa”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.