Mondo
Affido internazionale: i dubbi del Cifa
Dopo le voci che giovedì si sono susseguite sulla presentazione in Consiglio dei Ministri di un ddl sulle accoglienze internazionali, il Cifa ci scrive la sua posizione in merito.
di Redazione
«Il progetto – dice Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa – di certo non è un incentivo alla cooperazione internazionale. Se da un lato l?affido internazionale, ben gestito ma soprattutto dato in mano a professionisti del settore quali gli Enti già autorizzati dalla Cai, o comunque Enti iscritti ad un apposito albo, (e non da ?associazioni? improvvisate anche se piene di buona volontà) potrebbe essere una bella occasione per migliaia di bambini non in stato di adottabilità ma di certo in stato di grande necessità, è ben vero che potrebbe diventare il classico sistema per aggirare l?ostacolo. Del resto fu proprio il ministro Bindi a sottolineare la necessità di rendere più severi i controlli sugli Enti che seguono le adozioni dunque si spera lo stesso discorso valga nel caso degli affid».
«In un paese dove ancora si confonde il ?sostegno a distanza? con l? ?adozione a distanza? e dove diventa difficile spiegare che un sostegno non significa che il bambino diventi ?tuo figlio?, dove un soggiorno estivo diventa il pretesto per farsi chiamare papà e mamma per rivendicare diritti mai acquisiti su una bambina al punto di rapirla, dove molti sostenitori a distanza hanno bisogno della letterina e della foto sulla mensola della libreria con l?immagine del ?loro? bambino africano o asiatico che sia, dove il ritardo dell?arrivo della cosiddetta letterina basta per mandare in crisi il progetto su una vita, viene da chiedersi quanto la nostra società e la nostra cultura siano preparate in questo senso. Auspichiamo che nel momento in cui l?affido internazionale diventasse una realtà ci sia la volontà assoluta di controllare le singole situazioni, affinché l?affido diventi davvero un progetto di sussidiarietà del minore e che, se mai adozione ci dovesse essere, questa avvenisse per espressa richiesta di un adulto che ne comprendesse il pieno significato».
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