Mondo

Afghanistan: 669 vittime civili solo nel 2006

Lo dice il rapporto di Human Rights Watch intitolato "Il Costo umano: le conseguenze degli attacchi degli insorti in Afghanistan".

di Redazione

Le vittime civili degli attacchi dei militanti islamici in Afghanistan sono aumentate in modo drammatico negli ultimi 15 mesi: e’ la conclusione del rapporto di Human Rights Watch intitolato “Il Costo umano: le conseguenze degli attacchi degli insorti in Afghanistan”, dal quale risulta che nei 350 attacchi calcolati nel 2006 sono stati uccisi 669 civili. E nei primi due mesi dell’anno in corso ne sono gia’ morti 52. “Gli attacchi suicidi e gli altri attacchi sono aumentati drammaticamente dal 2005, con quasi 700 civili morti lo scorso anno per mano dei Talebani o di altri gruppi simili -ha denunciato Joanne Mariner, direttore dell’ufficio terrorismo e controterrorismo di Hrw, con sede a New York, segnalando una violazione sempre maggiore delle leggi di guerra- Gli insorti commettono sempre di piu’ crimini di guerra, colpendo civili. Anche quando i loro obiettivi sono militari, gli attacchi degli insorti sono spesso cosi’ indiscriminati che i civili afghani finiscono per essere le vittime principali”.

“I Talebani in genere considerano i civili associati al governo o alle forze straniere come se non fossero civili – ha spiegato all’agenzia di stampa Dpa la Mariner – Cosi’ hanno una visione molto idiosincratica di chi e’ un civile innocente, che non e’ in alcun modo coerente con il diritto internazionale”. Ma a causare vittime fra i civili, secondo Hrw, sono anche le operazioni delle forze internazionali: nel 2006 sono rimasti uccisi almeno 230 civili. Non c’e’ alcuna prova che le forze della coalizione abbiano colpito intenzionalmente i civili, ma in alcuni casi ganno condotto attacchi indiscriminati, e’ la tesi del gruppo per il rispetto dei diritti umani, o non hanno fornito protezione adeguata per impedire di colpire i civili. Dallo stesso rapporto risulta inoltre che piu’ di centomila afghani hanno dovuto lasciare le proprie case a causa delle ostilita’ nelle province sudorientali dell’Helmand, di Kandahar, Uruzgan, Zabul, Patkika, Patkia e Kunar, mentre si accusa il Pakistan di garantire protezione agli insorti. “Ci sono prove evidenti che i gruppi di insorti operano liberamente nelle aree intorno al confine, nelle aree tribali, con interferenze minime da parte delle autorita’ pachistane – accusa il dossier di Hrw – Molti gruppi di insorti attraversano regolarmente il confine pachistano per rifugiarsi nelle aree di confine o anche in citta’ pachistane come Chitral, Peshawar e Quetta”

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.