Oltre 1.500 persone ritornano a Kabul
All’interno dell’Afghanistan, l’UNHCR sta monitorando i 4 principali punti di entrata a Kabul. Data la situazione relativamente stabile nella città, durante il fine settimana oltre 1.500 persone vi hanno fatto ritorno. Molti di questi erano fuggiti nelle provincie vicine durante i bombardamenti e hanno deciso di rientrare prima dell’inverno.
Secondo lo staff dell’UNHCR un senso di relativa normalità è tornato in città. Durante il giorno, le strade sono affollate e nei mercati si trova merce di quasi tutti i tipi. Dopo il tramonto le strade si svuotano e viene imposto il coprifuoco.
Alcuni afghani invece lasciano Kabul per tornare alle loro case nelle pianure di Shomali, tra Kabul e la valle del Panjshir. Durante gli anni di guerra civile in Afghanistan, la maggior parte degli abitanti delle pianure di Shomali era fuggita nella valle del Panjshir o a Kabul. A causa dell’attuale situazione di relativa pace e stabilità, molti di loro stanno facendo ritorno in quest’area pesantemente danneggiata.
Il primo convoglio umanitario dell’UNHCR arriva a Kabul
Nella giornata di ieri è arrivato a Kabul il primo convoglio umanitario proveniente da Peshawar. Il convoglio trasportava aiuti umanitari – tra i quali tende, coperte, teli di plastica e taniche – per 10mila persone.
La distribuzione da parte dell’UNHCR di pacchi di aiuti per affrontare l’inverno (carbone, stufe, coperte imbottite, coperte, teli di plastica, vestiti pesanti) a circa 10mila afghani di Kabul colpiti dal conflitto avviata la scorsa settimana, dovrebbe concludersi alla fine di novembre.
Allo stesso tempo, l’UNHCR col sostegno delle Organizzazioni non governative (Ong) partner fornirà pacchi di aiuti per affrontare l’inverno e altri aiuti umanitari a oltre 10mila sfollati che si trovano nelle provincie circostanti Kabul e che probabilmente non faranno ritorno alle proprie case prima della fine dell’inverno.
Le autorità pakistane sospendono la registrazione dei nuovi rifugiati
L’UNHCR è sempre più allarmato per la situazione umanitaria al posto di frontiera di Chaman tra Pakistan e Afghanistan, a seguito della decisione di oggi delle autorità pakistane di interrompere la registrazione dei nuovi rifugiati afghani. Circa 2mila persone si trovano attualmente bloccate ai margini del centro di permanenza temporanea di Killi Faizo e dovranno passare la notte all’aperto, nonostante il netto calo della temperatura durante la notte. L’UNHCR è in contatto con le autorità federali pakistane, nel tentativo di persuaderle a tornare sulla propria decisione. Tale misura giunge dopo due giorni in cui le autorità pakistane avevavno proibito la registrazione agli uomini tra i 20 e i 40 anni.
L’UNHCR è particolarmente allarmato per la presenza negli ultimi giorni di sempre più bambini malnutriti tra i rifugiati che arrivano dall’Afghanistan, a testimonianza del fatto che i rifugiati arrivano in condizioni sempre peggiore. Domenica quattro bambini malnutriti sono stati accompagnati d’urgenza all’ospedale locale e oggi un altro.
Nella giornata di oggi, 1.645 persone sono state trasferite dal centro di permanenza temporanea di Killi Faizo a Roghani, portando la popolazione totale in quest’ultimo a quasi 9.500 persone. Lo spazio liberato a Killi Faizo tuttavia non può essere utilizzato poiché l’UNHCR non è attualmente autorizzato a registrare i rifugiati in attesa fuori del campo.
Sempre più rifugiati trasferiti da Jalozai
Un crescente numero di rifugiati chiede di essere trasferito dall’accampamento di Jalozai, presso Peshawar, al campo di Kotkai, nel distretto di Bajaur, nel Pakistan nord-occidentale. Nella giornata di oggi, un convoglio di 8 autobus ha trasferito altri 544 rifugiati a Kotkai, portando il numero totale dei rifugiati trasferiti da Jalozai a Kotkai a 3.300 persone.
Altri 3 campi nel distretto di Kurram si stanno preparando per ricevere rifugiati appartenenti a minoranze etniche che si trovano a Jalozai e rifugiati urbani che vivono nella città di Peshawar e nei suoi dintorni. Questa operazione di trasferimento dovrebbe cominciare all’inizio della prossima settimana.
Scende il numero di afghani che arriva nel Pakistan nord-occidentale
Dalla caduta di Kabul e Jalalbad, il numero di rifugiati che entra nella Provincia della Frontiera Nord-Occidentale (NWFP) in Pakistan è sceso da una media giornaliera di 4.500 persone a 1.000. Allo stesso tempo, gli spostamenti di afghani dal Pakistan all’Afghanistan – attraverso il posto di frontiera di Torkham – hanno raggiunto la cifra di 2.500 persone al giorno, un record per gli ultimi tempi. Non è chiaro quante di queste persone siano rifugiati di ritorno.
Più aiuti verso l’Iran
In Iran, l’UNHCR attendeva per la giornata di oggi la consegna aerea dalla Gran Bretagna di equipaggiamento per la fornitura di acqua, come parte dello sforzo dell’Agenzia per rafforzare le scorte di emergenza in Iran e per le operazioni oltre frontiera in Afghanistan. Il materiale comprende 10 pompe per l’acqua e 10 pieghevoli, cisterne da 2mila litri e altri accessori.
Circa 2mila tende su 3 voli provenienti da Lahore, in Pakistan, sono inoltre attese nella città nord-orientale di Mashad. Le tende si aggiungono alle oltre 8mila arrivate nel porto iraniano di Bandar Abbas, ma ancora in attesa di essere sdoganate. Le tende e l’equipaggiamento per l’acqua fanno parte di una spedizione di aiuti umanitari di emergenza destinati a località lungo la frontiera tra Iran e Afghanistan.
Un team delle Nazioni Unite si trovava oggi al posto di frontiera di Dogharoun in attesa dell’autorizzazione da parte delle autorità iraniane per poter svolgere una valutazione sulle condizioni di sicurezza nella città di Herat, in Afghanistan occidentale, e nelle aree circostanti. L’UNHCR e le altre organizzazioni delle Nazioni Unite attendono i risultati della valutazione da parte della missione, prima di decidere il dispiegamento dello staff internazionale all’interno dell’Afghanistan.
Molti rifugiati afghani in Iran faranno probabilmente ritorno nelle aree dell’Afghanistan occidentale nell’ambito di un programma di rimpatrio organizzato su larga scala che dovrebbe cominciare all’inizio della prossima primavera. Le principali priorità dell’UNHCR in Afghanistan occidentale comprendono la riattivazione di progetti a rapido impatto (QIPs) e altre attività finalizzate al reinsediamento della popolazione di ritorno.
Gli operatori che si trovano nei 2 campi di sfollati che si trovano in Afghanistan sud-occidentale vicino al confine con l’Iran – Makaki e Miglio 46 – hanno espresso le loro preoccupazioni circa le condizioni sanitarie a Miglio 46, dove si teme l’esplosione di un’epidemia di morbillo. Secondo gli operatori medici vi sarebbero casi di morbillo nella città iraniana di frontiera di Zabol, che li ha immediatamente indotti ad iniziare una campagna di vaccini nei due campi, che ospiterebbero 10mila sfollati. <>
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