Volontariato
Agenzia delle onlus, così sarà l’era Zamagni
Nellagenda del nuovo presidente ci sono alcuni obiettivi chiari. Per dare allorganismo un profilo più alto. E più aperto alle funzioni di advocacy e moral suasion.
di Redazione
La nomina c?è stata. Ma per la registrazione del decreto c?è bisogno ancora di qualche giorno. Stefano Zamagni, nuovo presidente dell?Agenzia delle onlus con un consenso unanime e trasversale, in questo periodo di limbo lavora ma non concede dichiarazioni ufficiali. Ha incontrato il suo predecessore Lorenzo Ornaghi a Milano, per avere un primo report dei problemi, dare un?occhiata anche ai conti (l?Agenzia infatti non ha pubblicato i bilanci). E facendo i conti gli sono bastati pochi secondi per quantificare il ?regalo? del governo che ha destinato d?autorità una fettina del 5 per mille all?Agenzia. Lo 0,5% dello 0,5 per mille col tetto a 250 milioni fanno un milione 250mila euro. «Non sono pochi. Ma entreranno solo nel 2008», si lascia scappare il professore.
Per il padre della legge 460/97, quella istitutiva delle onlus, l?approdo all?Agenzia è quanto mai naturale. Meno naturale l?approdo a Milano: ai tempi della nascita dell?Agenzia, Zamagni aveva tifato per un insediamento nella sua Bologna. Un?opzione, per altro molto motivata, che oggi gli avrebbe fatto oltremodo comodo.
Al professore inoltre è molto più familiare la rotta che lo porta a Roma, dove spesso viene chiamato per autorevoli consultazioni in Vaticano. E dove partecipa ai lavori della commissione presieduta da Roberto Pinza, che ha il compito di elaborare la revisione del Codice civile e che a fine febbraio presenterà le sue conclusioni. Zamagni si dice soddisfatto del lavoro fatto e ottimista sulle prossime decisive fasi. Le resistenze della prima ora sono state superate e i membri della Commissione Pinza hanno colto l?importanza di inserire nel Codice civile un tipo di impresa diversa dall?impresa capitalista: l?impresa sociale.
È facile prevedere che il buon esito dei lavori della Commissione e i lavori parlamentari che poi seguiranno, avranno influenza sull?Agenzia. Permettere a fondazioni e onlus di finanziarsi costituendo imprese sociali o ?civili? (come ama definirle il professore) è una grande opportunità che apre nuovi orizzonti ma che è destinata ad aumentare il lavoro dell?Agenzia. Come Zamagni ha fatto più volte notare ai membri della Commissione Pinza, questo è un passaggio obbligato per permettere al terzo settore di crescere. Le realtà più dinamiche infatti si trovano nell?impossibilità di crescere e di aumentare il loro raggio di azione. Invece si deve permettere loro di finanziare le proprie attività con modalità nuove e più strutturate.
Profilo internazionale
Tra gli obiettivi presenti nell?agenda di Zamagni c?è sicuramente l?idea di aprire un?interlocuzione con le realtà di terzo settore europeo. Ma la funzione di advocacy che l?Agenzia dovrebbe incrementare potrebbe portarla anche Oltreoceano, ad esempio all?Onu. Quindi essere avvocato del terzo settore a Bruxelles e in tanti ambiti internazionali autorevoli. Insomma un?Agenzia più presenzialista e protagonista che, per esempio, avrebbe mandato qualche suo osservatore a seguire i lavori del Social forum di Nairobi dove le associazioni italiane hanno giocato un ruolo di primo piano.
Authority?
Se l?idea forte è quella di un?Agenzia più aperta e più portabandiera del terzo settore, diventa difficile pensare ad una sua trasformazione in Authority. Tra i compiti di un?Authority c?è anche quella di sanzionare e di comminare pene. Il che contrasta con l?idea di un lavoro di moral suasion così come l?ha definita la legge istitutiva dell?Agenzia, per dare più peso alle ragioni e alle visioni del non profit. Ma sarà anche un?Agenzia con una dimensione di casa del non profit, un luogo dove il terzo settore potrà trovare risposta sulle questioni chiave e un alleato alle sue ragioni. Anche in questo caso sull?agenda di Zamagni è segnata una parola inglese: counseling.
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