Welfare

AGRICOLTUTA. Coldiretti: un miliardo di malnutriti nel 2009

E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini, in occasione del primo vertice mondiale degli agricoltori dei Paesi appartenenti al G8 “G8 Farmers Meeting”

di Redazione

Per effetto combinato della crisi e dei cambiamenti climatici per la prima volta il numero di presone malnutrite potrebbe superare il miliardo nel 2009. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini, in occasione del primo vertice mondiale degli agricoltori dei Paesi appartenenti al G8 “G8 Farmers Meeting”, nel sottolineare che occorre intervenire immediatamente sulle agricolture dei Paesi ricchi e poveri attraverso il credito e gli investimenti per scongiurare questa prospettiva e garantire cibo sufficiente alla popolazione mondiale.
 
Con la domanda di cibo che cresce dell’1,5 per cento all’anno e la popolazione mondiale che è destinata a passare da 7 a 9 miliardi di persone, occorre – ha sottolineato Marini – aumentare la produzione alimentare mondiale. Una responsabilità che i Paesi piu’ sviluppati – ha sostenuto Marini – devono assumere con politiche per far aumentare la produzione agricola attraverso investimenti in innovazione, credito ed infrastrutture sia nei paesi ricchi che in quelli poveri. Si salvano le banche e si cerca di contenere i danni che la crisi genera sulla economia reale, dalle automobili ai frigoriferi, dall’edilizia al manifatturiero mentre si rischia di dimenticare che – ha continuato Marini – se la chiusura delle fabbriche genera disoccupazione, quella delle imprese agricole produce drammatiche conseguenze sull’aumento della fame mondiale.
 
Il cibo non è una commodities qualunque il cui acquisto puo’ essere rinviato di un anno come nel caso delle automobili e per questo – ha affermato Marini – sono necessarie politiche specifiche per mantenere viva e sviluppare l’agricoltura. L’emergenza  alimentare – ha precisato Marini – non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori perche’ questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è piu’ in grado di riprendersi anche in condizioni positive.
 
Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e – ha continuato Marini – occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero. Alle agricolture di tutto il mondo – ha concluso Marini – devono essere garantiti credito ed investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori perché negare tutto ciò è più distorsivo di qualsiasi aiuto di stato.
 
 
I NUMERI DELL’EMERGENZA FAME NEL MONDO

·       Il numero delle persone malnutrite è aumentato di 75 milioni nel 2007 e di altri 40 milioni nel 2008 arrivando a circa un miliardo di parsone. Si tratta di più della popolazione di USA, Canada ed Unione Europea.
·       Il 60% delle persone che soffrono la fame sono donne.
·       Ogni sei secondi nel mondo un bambino muore di fame.
·       La massiva concentrazione della fame nelle aree rurali testimonia che questa non potrà essere ridotta se non si investirà in agricoltura e sviluppo rurale.
·       Nel 2050 due miliardi di persone resteranno senza acqua e due terzi della popolazione mondiale si troverà ad affrontare una situazione di forte scarsità.

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