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Aibi: Adozioni gratuite e a tempo zero

L'associazione fa sua la riflessione della Cei e rilancia. I dati del referendum online sul perché della crisi delle adozioni

di Redazione

Il dossier dal titolo “Il cambiamento demografico, rapporto-proposta sul futuro dell’Italia”, presentato il 5 ottobre scorso dal Comitato per il Progetto Culturale della Cei (Conferenza episcopale italiana), individua le cause dell’attuale congiuntura economica nella tipica denatalità italiana.
Secondo il Rapporto – frutto di un tandem tra le università Milano Bicocca e La Sapienza di Roma – recessione e crisi delle nascite si cogenerano, tenendo in piedi l’attuale crisi dei consumi. Più figli, allora, per più consumi e più produttività, contro l’illusoria equazione “meno figli = meno costi = più benessere individuale”.

Aibi fa sua questa voce e lancia l’appello: se solo i figli possono salvarci, servono più figli adottivi per fare fuori la crisi. Superare subito le lungaggini burocratiche italiane, dunque, che mettono in crisi l’adozione. Nel giro di 4 anni, le richieste di adozione sono calate del 35% (quelle nazionali) e del 32% (quelle internazionali): dal 2006 al 2010, le domande di disponibilità all’adozione nazionale sono crollate da 16.234 a 10.611 e le domande per l’adozione internazionale da 7.652 a 5.576 (dati Centimetri-La Stampa). Di questo passo, l’adozione nazionale finirà nel 2016 e l’adozione internazionale nel 2021. La causa del crollo delle richieste di adozione, contrariamente a quanto si poteva ritenere, non risiede unicamente nei costi, ma quasi allo stesso grado nella lunghezza esasperata dell’iter. Dai risultati del referendum online di Ai.Bi., ecco le cause della crisi di adozioni: «costi elevati» (40%), «iter troppo lungo» (37%), «bambini non più piccoli» (13%). «Controprova di ciò che affermiamo è il calo delle richieste di adozioni nazionali, che sono gratuite» sottoliena Aibi.

Non c’è dubbio: sta morendo l’adozione.Occorre risanare l’iter di adozione, che ancora oggiinveste le Istituzioni italiane del compito di selezionare l’idoneità delle coppie, anziché di accompagnarle. Caso unico nella civile Europa, l’Italia ancora oggi assegna alle coppie i Decreti di Idoneità tramite i Tribunali. Per Aibi questo metodo puzza di medioevo e finisce per gravare su famiglie e Stato.

«La legge sulle adozioni dev’essere cambiata» Sintetizza Marco Griffini presidente di Aibi. Serve svecchiare il principio di selezione in un nuovo principio, l’accompagnamento della coppia. Serve ridurre i tempi d’attesa –  le coppie italiane devono ancora sottoporsi all’assurdità di 15 colloqui – e diffondere nella cultura dell’adozione il concetto e la prassi della gratuità.

«Troppi ancora, in Italia, i nemici culturali dell’accoglienza. Fuori dai secoli bui dell’adozione, allora, verso un’adozione moderna, gratis e a tempo zero: istituire un Fondo per le Adozioni Gratuite, razionalizzare l’iter procedurale e via la consegna del Decreto di Idoneità dalle mani del Tribunale dei Minori, perché l’adozione diventi a misura di famiglia e a favore del diritto di ogni bambino a essere figlio». Questa è la strada indicata da Aibi.

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