Mondo
Aids, il contagio continua: la speranza in un auto-test
Bastano 20 minuti a casa propria, e si scopre se si è negativi; in caso di positività si devono ripetere le analisi in laboratorio. È l'ultima frontiera indicata dall'Oms per ridurre la quota (ancora significativa) di persone malate che non sanno di esserlo. In dieci anni, però, la percentuale di "ignari" è diminuita del 48%

Un test fai-da-te che si può effettuare comodamente in casa e dà il risultato in 20 minuti (da confermare poi, se positivo). È questa l’ultima frontiera salva-vita nella lotta al virus Hiv, come sottolinea l’Oms in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’Aids che si celebra ogni 1° dicembre. «Milioni di persone con HIV ancora non hanno accesso ai trattamenti salva-vita – ha detto Margaret Chan, direttore generale dell'OMS – e per questo non si può evitare che questi stessi individui trasmettano il virus ad altri. Un auto-test dell’HIV permetterebbe a molte persone di conoscere il loro status e soprattutto di curarsi in modo tempestivo ed adeguato».
Meno di una persona su due, ancora oggi, sa di essere malata, anche se tra il 2005 e il 2015 le persone consapevoli di essere malati di HIV sono aumentate di 48 punti percentuali, passando dal 12 al 60%. Un incremento notevole che ha permesso di trattare l’80% dei casi con i percorsi terapeutici previsti dalle linee guida. Senza una diagnosi precoce, però, la malattia non può che peggiorare, oltre a essere trasmessa ad altri. Sempre l’Oms rivela che più di 18 milioni di persone con HIV seguono un percorso di cura. Ma altrettanti non riescono ad accedervi e la maggior parte di questi (più di 14 milioni di persone, pari al 40% del totale dei sieropositivi) non sa neanche di aver contratto il virus.
Il test fai da te (presto disponibile anche in Italia in farmacia, a pagamento e riservato ai maggiorenni) è un particolare tipo di esame che permette un’auto-diagnosi attraverso un’analisi di saliva o di qualche goccia di sangue prelevata dalla puntura di un dito. I risultati sono pronti in circa 20 minuti. Chi dovesse riscontare un risultato positivo, poi, dovrà cercare un’ulteriore conferma attraverso le analisi classiche, da effettuare presso centri specializzati. Oggi a effettuare il test sono più donne che uomini (il 30% del totale): i maschi hanno quindi meno probabilità di diagnosi. Il test rimane poco diffuso tra gli omosessuali, in carcere o in ambienti in cui si ricorre alla prostituzione e all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Un problema da non trascurare se si considera che queste stesse persone rappresentano circa il 44% (1,9 milioni di persone) dei nuovi adulti che contraggono, ogni anno, infezioni da HIV. Attualmente 23 paesi hanno adottato politiche nazionali che sostengono l'auto-test dell’HIV e molti altri stanno per farlo. L’Oms punta molto su questo esame, tanto da considerarlo fondamentale «come modo innovativo per raggiungere più persone con HIV e contribuire a realizzare l'obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con HIV entro il 2020».
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.