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Alla Chiesa piace l’arte che non fa niente

di Redazione

L ‘ ha detta giusta Gianfranco Ravasi, da pochi mesi alla testa del Pontificio Consiglio per la cultura. Ha riconosciuto che, avendo chiuso le porte all’arte moderna, la Chiesa ha finito con il rifugiarsi in artisti di serie B. O nelle opere di serie B di artisti famosi, come è accaduto con il recente Lezionario , “impreziosito” da pessime opere di Paladino & company. Il risultato è che la Chiesa si è ritrovata poco a poco del tutto marginale, non solo al discorso artistico, ma anche alle domande che l’arte, quella vera (seppure inquieta), porta con sé: domande sulla vita e sul destino dell’uomo. La preferenza è andata verso i “talenti accomodanti”. Quelli che (a cari prezzi) rifanno il discorso senza scandali. E senza interessare nessuno.

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