Volontariato

Allarme Fao: rallenta produzione agricola, 815 milioni i denutriti

I dati drammatici del rapporto annuale dell'Agenzia dell'Onu

di Piergiorgio Greco

La crescita della produzione agricola mondiale cresce più lentamente che nel recente passato e 815 milioni di persone risultano denutrite, di cui il 61% in Asia e il 24% nell?Africa subsahariana. Sono i dati drammatici dell?annuale rapporto della Fao. La produzione agricola mondiale risulta essere cresciuta nel 2000 dell?1,2% rispetto all?anno precedente, mentre nel 2001 le stime indicano un aumento medio dello 0,6%, il livello più basso dal 1993. Negli ultimi cinque anni la crescita è stata dell?1,7%, contro un aumento medio del 2,1% nei cinque anni precedenti e del 2,5% degli anni ottanta. Degli 815 milioni di persone denutrite nel 1999, 777 milioni risultavano vivere nei paesi in via di sviluppo, 27 milioni nei paesi in via di transizione e 11 milioni nei paesi a economia di mercato. In termini percentuali, la più alta incidenza di popolazione denutrita è nell?Africa subsahariana, una persona su tre. Seguono l?Asia e l?area del Pacifico, dove il 16% della popolazione non raggiunge livelli di sussistenza. In ogni caso, rileva ancora la Fao, sono stati compiuti significativi progressi rispetto alle ultime due decadi: l?incidenza della popolazione denutrita nei paesi in via di sviluppo è scesa dal 29% negli anni 1979-81 al 17% negli anni 1997-99. Il progresso non è però risultato omogeneo: in Asia e nel Pacifico la percentuale si è dimezzata in venti anni, nell?Africa subsahariana la popolazione denutrita è diminuita solo marginalmente e, se si considera l?alto livello di natalità di quella regione, è addirittura è aumentata significativamente. La diminuzione dell?output agricolo è avvenuta sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, dove a trainare la crescita sono state le performance dell?America latina e dei paesi caraibici (+3%). La diminuzione della produzione asiatica è attribuibile principalmente al declino della Cina, dopo gli alti tassi di sviluppo registrati all?inizio del processo di riforme economiche avviato alla fine degli anni settanta. Milioni di persone nei paesi in via di sviluppo necessitano quindi di assistenza alimentare d?emergenza quale risultato di disastri naturali e guerre. In Somalia, dove nel 2001 i principali raccolti stagionali sono risultati modesti, 500mila persone versano in difficoltà alimentari. Si stima che nel 2002 circa 5,2 milioni di persone in Etiopia, 1,5 milioni in Kenia, 2 milioni in Sudan e 300mila in Uganda dipendono per la sopravvivenza da aiuti alimentari. Nonostante una ripresa della produzione di cereali, nel 2002 in Eritrea 1,3 milioni di persone necessitano di assistenza alimentare di emergenza. Nell?Africa occidentale, numerosi paesi hanno difficoltà alimentari, conseguenza di avversità climatiche (Ciad, Ghana) o di guerre civili (Guinea, Liberia, Sierra Leone). In Congo oltre due milioni di persone vivono in campi profughi. In ampie regioni dell?Africa meridionale le avversità climatiche hanno ridotto significativamente la produzione di mais (in Zimbabwe -28%): l?emergenza alimentare riguarda 600 mila persone in Malawi, 1,3 milioni in Zambia, 1,3 milioni di profughi in Angola. In Afghanistan la situazione resta difficile; in Iraq annidi siccità e di sanzioni economiche hanno comportato la necessità di aiuti alimentari per un gran numero di persone; nella West Bank e nella striscia di Gaza la situazione alimentare crea seri problemi. Per quanto riguarda l?Asia, in Corea del Nord l?assistenza alimentare sarà necessaria anche nel 2002 così come in Pakistan, nei campi profughi ai confini con l?Afghanistan. Nello Sri Lanka più di 1,5 milioni di persone sono state colpite dalle siccità, la peggiore in 30 anni. Infine in America latina, assistenza alimentare continua a essere distribuita in alcuni paesi, quali Salvador e Guatemala, colpiti da terremoti, siccità e uragani e dagli effetti del crollo del prezzo del caffè, che ha travolto anche le popolazioni rurali di Honduras e Nicaragua.

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