Non profit

All’Osteria modenesedove si cresce lavorandotra orto e cucina

Onlus sotto la lente Coop. soc. La Lanterna di Diogene

di Redazione

Con la sua lanterna, Diogene cercava qualcosa di umano e sincero nel mondo. Forse lo avrebbe trovato nel progetto di una piccola cooperativa modenese. Qui, attraverso attività di tipo commerciale, persone in difficoltà (per vicende giudiziarie, disabilità, difficoltà psichiatriche) ritrovano fiducia in sé in un contesto socialmente riconosciuto. Un’opportunità per passare da una concezione assistenzialistica dell’intervento sociale a una dimensione effettivamente produttiva ed economicamente sostenibile.
Parliamo dell’Osteria La Lanterna di Diogene, aperta dal 2006 a Solara di Bomporto. Oltre all’oste Giovanni, vi lavorano Simona, Nicola, Christian e altri i ragazzi, tutti affetti da disabilità di vario tipo (sindrome di Down, psicosi, paralisi cerebrale, etc..). Per realizzare l’attività hanno costituito una cooperativa sociale chiamata Osteria La Lanterna di Diogene. «La cooperativa è stata pensata per rispondere alle esigenze di ragazzi con differenti abilità, si propone di offrir loro un lavoro in grado di rispondere al desiderio che tutti esprimono quando pensano a cosa fare da grandi», racconta Giovanni Cuocci, il presidente. «I ragazzi sono orgogliosi del progetto che stanno costruendo: creare un ambiente di lavoro dove stare bene e far stare bene gli ospiti, un lavoro dove guadagnare soldi e soddisfazioni, in un clima umano, dove ognuno possa crescere».
Dal punto di vista finanziario, il progetto e l’acquisto dell’edificio sono stati sostenuti attraverso mutui, prestiti e l’impegno dei genitori. Tutto lo staff dell’associazione La Lucciola, da cui è nata l’iniziativa, ha sostenuto la complessa fase di avviamento. Con il contributo di una fondazione è stato possibile realizzare il restauro dei locali destinati alla ristorazione. Restano ancora da ristrutturare ambienti al piano superiore della casa e quelli destinati a piccola attività alberghiera e a spazi di riposo per i lavoratori.
I ragazzi della cooperativa sono in grado, al netto delle proprie disabilità, di acquisire una gran numero di competenze, spendibili nel proprio lavoro, in particolare quanto riguarda l’allevamento di animali da cortile, la cura del verde, del frutteto, dell’orto, la cucina. «Le loro abilità sono molto differenziate: nel progetto ognuno, con tecnici esperti, svolge il lavoro che è capace di fare e collabora al progetto complessivo» afferma Cuocci. «I ragazzi hanno imparato a conoscere se stessi e gli altri, a guardare e affrontare la realtà esterna e anche quella interna, affrontando paure, rabbia, insicurezze. Aule di vita, studio e terapia sono per loro la cucina, l’orto, il pollaio, il frutteto e il parco».

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