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Ammalarsi a Gaza

I devastanti effetti dell’embargo israeliano e del governo di Hamas sul sistema sanitario della Striscia di Gaza raccontati in un videoreportage shock del Guardian. Le storie di chi si ammala in una situazione di continua emergenza.

di Redazione

 

Marah non ha neanche sei anni ma in seguito ad un collasso renale, da un anno e mezzo si sottopone a dialisi tre o anche quattro volte a settimana. Lo fa in uno degli ospedali di Gaza, da cinque anni tenuta in scacco dall’embargo Israeliano, che impedisce di fare arrivare sul territorio beni di prima necessità, medicinali e anche energia elettrica.  Il padre di Marah è preoccupato, denuncia la mancanza di filtri adeguati per questo tipo di procedura, una mancanza che potrebbe rivelarsi molto pericolosa per la bambina.
Mohamed Rayyan, infermiere, racconta le condizioni difficilissime in cui si lavora negli ospedali di Gaza, dove molto spesso, durante i trattamenti di dialisi, la luce viene a mancare e medici e infermieri devono far funzionare a mano i macchinari, per evitare che si formino coaguli di sangue, pericolosissimi per i pazienti.
Sono alcune delle storie di ordinaria emergenza ritratte dal videoreportage di Simon Rawles, Noah Payne-Frank and Karl Schembri, inviati del Guardian a Gaza. Nel video, viene ritratto un devastante spaccato del sistema sanitario in questo territorio palestinese dove, per avere cure adeguate nella vicina Israele, i casi più urgenti devono sottoporsi ad un travagliato percorso burocratico per richiedere un permesso speciale, che spesso viene negato.
Una situazione definita inaccettabile dal direttore sanitario del’ospedale di Rantisi, Al Aila, che affida proprio alla videocamera dei tre reporter, un appello disperato: “Sono un medico, ho tutte le capacità per salvare questi bambini, ma non ho i mezzi. I diritti umani devono essere rispettati, almeno per i nostri figli”.
Nel 2010 Israele ha reso meno severo il blocco, ma i medicinali e le attrezzature medico sanitarie continuano ad essere estremamente difficili da recuperare. La situazione è resa ancora più complessa dalla mancanza di cooperazione tra l’Autorità Palestinese e Hamas. Lo scorso aprile Munir al Bursh, direttore generale del dipartimento farmaceutico della Striscia di Gaza, aveva lanciato l’allarme, dichiarando che il bilancio di medicine e attrezzature ospedaliere era pari a zero ma affermando l’esistenza di un dialogo con il governo di Ramallah, auspicando di raggiungere presto un’intesa. 
 

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