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Politica & Istituzioni

Anche il Pd dica sì alla cura Tremonti

L'opinione fuori dagli schemi di Nicola Rossi, economista e senatore

di Ettore Colombo

Sarà una manovra diversa dalle altre, perché punta a rimettere
in carreggiata il sistema di conti pubblici. Richiederà quindi un’assunzione di responsabilità da parte di tutti Senatore del Pd, riformista liberal nel senso più classico del termine, Nicola Rossi è soprattutto un economista rigoroso, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma Tre. Non solo accetta volentieri di rispondere alle domande di Vita sull’attuale crisi economica, ma espone anche una tesi coraggiosa e ben poco condivisa, dentro il suo partito, il Pd: «Potremmo votare sì alla manovra economica che presenterà Tremonti».
Vita: Senatore, in che modo la crisi greca e quella europea impatteranno sulle economie del Continente, a partire dalle politiche sociali?
Nicola Rossi: Le politiche sociali dell’Unione Europea si sono messe a rischio da sole. Sono da tempo non sostenibili, e visibilmente. L’Europa si trova davanti a un dilemma ben preciso: come far crescere la competitività e la produttività oppure se non si vuole fare accettare alle sue opinioni pubbliche standard di vita molto più ridotti e contenuti. La crisi attuale ha solo messo in rilievo il già noto, l’estrema fragilità del sistema industriale europeo.
Vita: Il principio della sussidiarietà può essere, di fronte a questa crisi, un aiuto o un intralcio?
Rossi: Può e deve servire, naturalmente, una maggiore integrazione tra sistema pubblico e sistema privato, ma non sta qui la risposta alla crisi, perché riguarda la struttura economica stessa della nostra società europea. Il modello di welfare europeo meritava e merita una riflessione che non si è fatta.
Vita: Veniamo alla nuova manovra economica che si profila per come l’annuncia il ministro Tremonti.
Rossi: Innanzitutto va detto che aver anticipato la manovra di correzione dei conti pubblici (in questo caso ci si riferisce alla manovra triennale già varata, quella 2008-2010, per la prossima si parla di 25-27 miliardi per i seguenti due anni, 2011-2012, ndr), è stato saggio, da parte del ministro Tremonti. Per quanto riguarda la prossima, quella correttiva, per ora ne sappiamo ancora poco. L’unica cosa su cui si può esprimere un giudizio, in questo caso positivo, riguarda il principio generale, e cioè l’intenzione del governo di incidere sul lato della spesa e non di maggiori entrate. Altro aspetto interessante è la volontà di incedere sull’uso anomalo del sistema pensionistico che si fa in Italia. Una riflessione generale sul nostro sistema pensionistico, sulla sua tenuta ed equità s’impone, specie se pensiamo alle nuove generazioni, che rischiano di ritrovarsi senza sistema previdenziale.
Vita: Cosa dovrebbe fare il suo partito, il Pd, di fronte a una richiesta di corresponsabilità, sulla manovra?
Rossi: La natura stessa di questa manovra, che non è e non sarà come le tante manovrine precedenti ma che punta a rimettere in carreggiata tutto il nostro sistema di conti pubblici, a fronte della crisi, dovrebbe farci esercitare una riflessione seria e profonda. Ove mai il governo decidesse di concordare il contenuto della manovra con l’opposizione e ove mai l’opposizione sapesse esercitare un atteggiamento di forte e seria responsabilità di fronte alla crisi che stiamo vivendo, vorrebbe dire che il nostro sistema-Paese sta mandando un duplice segnale: il primo verso l’Europa, dicendo che l’Italia c’è e si assume le proprie responsabilità di fronte alla crisi, e il secondo verso i mercati. Vorrebbe anche dire che cominciamo davvero a fare i conti in casa nostra. Il problema è che temo che mancheranno, da parte del governo come dell’opposizione, capacità e responsabilità necessarie.


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