Non profit

Ancora 5 x mille: ma quando ci pagano?

La nostra redazione è invasa da richieste di chiarimenti. Il 5 per mille ha fatto il botto: oltre il 70% dei contribuenti ha espresso la propria opzione

di Redazione

Sono presidente di un?associazione di genitori di bambini emopatici/leucemici e oncologici. Ricorro al vostro aiuto affinché possiate portare avanti una richiesta che, credo, interessi tante associazioni: anche il nostro ente fa parte del gruppo che dovrebbe beneficiare del 5 per mille dello scorso anno. Ma ad oggi non si hanno notizie. Perché non hanno pubblicato l?ammontare totale del 5 per mille? Quando si decideranno a darne notizia? Quando accrediteranno gli importi? O c'è qualcosa che non va?
Massimo Parenti

Mettiamola in questi termini. Il 5 per mille è stata, a mio parere, un?idea accattivante ma mal gestita, nel senso che avrebbe dovuto avvantaggiare il non profit (ottimo) ma presuppone pratiche e tempi troppo lunghi (male) e, soprattutto, richiede l?intervento attivo dell?amministrazione centrale dello Stato (pessimo). Detto questo, la domanda che pone è opportuna, oltre che molto diffusa di questi tempi, e la invito a ragionare con me sulle scadenze passate e future relative il 5 per mille dello scorsa tornata.

Il 20 gennaio 2005 (giusto un anno fa) è uscito il dpcm che normava le modalità di iscrizione all?elenco del 5 per mille. Il 10 febbraio scadeva il termine di presentazione di autoiscrizione a suddetto elenco. Detto termine è stato successivamente (in marzo!) prorogato di dieci giorni per ragioni non palesate, forse per far posto a qualche ritardatario che ha ricevuto ascolto negli ambienti ministeriali. Nel frattempo è iniziato il suk della comunicazione; si è scatenata la fantasia dei comunicatori del non profit che hanno fatto leva su calambour, immagini della mano aperta riportata nei modi e colori più improbabili, appelli alla fiducia e amenità varie.

Entro il 30 giugno, i rappresentanti legali dovevano confermare l?iscrizione telematica (tramite raccomandata A/R alla Direzione regionale delle Entrate di competenza) e la sua iscrivibilità per mezzo di dichiarazione sostitutiva di atto notorio. E qui finivano gli oneri dell?ente. Nel frattempo iniziavano quelli del contribuente, che si riducevano nell?apporre una firma in uno dei quattro riquadri e riportarvi il codice fiscale dell?ente prescelto.

Il termine ultimo dell?invio telematico delle dichiarazioni era fissato per il 31 ottobre; da quella data, il discorso è passato allo Stato. In pochi mesi devono essere elaborati i dati di milioni di contribuenti e dalle prime stime (dei Caaf) sembra che almeno il 70% di essi abbia optato per il 5 per mille; i dati, raccolti per ogni ente, devono essere inviati dal Dipartimento del Tesoro ai ministeri di competenza, questi devono trasmettere l?informazione agli interessati chiedendo loro le coordinate bancarie.

La questione non è finita lì, in quanto nel calcolo di attribuzione del 5 per mille deve rientrare anche il computo del ?resto?, cioè di coloro che, firmando, hanno scelto l?opzione senza definire l?ente beneficiario. Il loro importo va attribuito a ogni ente in proporzione al numero di opzioni ottenute (cioè quanti contribuenti hanno apposto il codice fiscale dell?ente sul totale di colore che hanno apposto il codice fiscale).

Noti ora questa peculiarità: i termini per il non profit e i contribuenti erano giustamente perentori. Da quando il pallino è passato allo Stato (che, ricordiamocelo, se lo è autoattribuito con una normativa ad hoc!) non si parla più di date, di termini. Nel frattempo il non profit aspetta fiducioso che il Sovrano eroghi le somme che gli spettano.

Carlo Mazzini
www.quinonprofit.it

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