Non profit
Ancora tutto come prima
Niente legge. Si spera nel 2010. Il relatore Barbolini: «Mancano ancora i pareri della Ragioneria e del Tesoro»
di Redazione

di Ettore Colombo
Sedetevi sulle poltroncine del Transatlantico, mettetevi comodi, armatevi di santa pazienza. E aspettate. Ecco il modesto consiglio che ci permettiamo di dare alle associazioni non profit, del volontariato e del terzo settore in genere. Il disegno di legge n. 1366, che doveva istituire in modo definitivo, normandolo con apposita legge di iniziativa parlamentare, il meccanismo del 5 per mille, s’è arenato. Tecnicamente, al Senato della Repubblica, politicamente alla Camera dei Deputati. Per colpa in (buona parte) degli organismi tecnico-burocratici preposti a verificarne la necessaria copertura (Tesoreria dello Stato, ministero dell’Economia, commissioni parlamentari competenti). In discreta parte del Berlusconi quater e del suo ministro (definito “il sub-premier” dal Riformista) Giulio Tremonti. In piccola, ma non influente parte, dei parlamentari della Repubblica. Alcuni armati di buona e concreta volontà, altri che navigano nell’indifferenza. Morale, se volete il 5 per mille, care associazioni, vi tocca aspettare. Quanto? Un anno, sicuramente. Forse due. Dipende. E da mille, e diversi, fattori. Non è una novità, sia chiaro. Durante l’ultima legislatura, quella short – tecnicamente “non vinta” dall’Unione ma che vide nascere e morire (presto) il governo Prodi ter – successe di tutto e di più. E cioè anche di molto peggio, al 5 per mille.
Non si tratta di una valutazione di merito. Ma tant’è. Succede anche in questa legislatura. Tanto per cambiare e come al solito. E, soprattutto, nonostante i molti impegni presi da molti: Intergruppo per la Sussidiarietà in testa, promotori del disegno di legge n. 1366 (da Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl alla Camera, al Pd Vannino Chiti, vicepresidente del Senato) a ruota, ministri (Tremonti) e sottosegretari (il leghista Daniele Molgora) che avevano promesso. Giurato e stragiurato. «Il 5 per mille diventerà legge», era stato il comune e solenne impegno preso. Giuliano Barbolini, senatore del Pd, già assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna nonché ex sindaco di Modena (tendenza Bersani, ci mancherebbe), allarga le braccia: «Con voi di Vita ci eravamo lasciati pieni di speranza, ad aprile. Ho creduto a lungo che avremmo potuto farcela presto, addirittura entro l’estate. Oggi penso che sarebbe un mezzo miracolo chiudere l’iter per fine anno. Più realisticamente temo che se ne parlerà nel 2010, perché da settembre in poi saremo impegnati a discutere la sessione di bilancio, quella della Finanziaria». Amen.
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