Welfare
Andreotti: “sconcertato, ma ho fiducia nella giustizia”
Queste sono le prime dichiarazioni del senatore, che ha commentato la sentenza Pecorelli al Giornale Radio Rai
di Redazione
”Io continuo a mantenere fede nella giustizia, questo e’ il mio costume ho sempre fatto cosi’, ma dinanzi ad una decisione come quella di ieri sono sconcertato”. Cosi’ interviene il senatore a vita Giulio Andreotti commentando con il Giornale Radio Rai la condanna a 24 anni che gli ha inflitto il tribunale di Perugia per il delitto Pecorelli. Andreotti si dice si’ ”sconcertato” ma anche ”lietissimo che abbiano assolto altre persone, in particolare Vitalone ma”, aggiunge subito il senatore a vita, ”e’ uno strano omicidio per cui non si trova piu’ chi lo ha compiuto, scompare l’associazione che e’ l’associazione che si era ipotizzata tra mafia e malavita romana, la banda della Magliana e rimango io e questo signore che sta nel New Jersey”.
”Hanno poi utilizzato -afferma ancora Giulio Andreotti- le dichiarazioni di Buscetta senza tenere contro di quello che Buscetta ha detto anche in udienza proprio a Perugia, dove disse con chiarezza, interrogato, che erano sue congetture”. ”Pazienza, aggiunge il senatore a vita, ”staro’ ad aspettare. A tempi lunghi sono abituato perche’ sono 10 anni che durano queste storie. Certo -sottolinea poi Andreotti- ho 84 anni e non credo che abbia spazi illimitati di prospettiva”. Riguardo i numerosi commenti e le tante reazioni del mondo politico alla sentenza, Andreotti aggiunge: ”Ho sempre vissuto a Roma e alla luce del sole. Quindi mi conoscono tutti e credo che la sorpresa che ho avuto io l’abbia avuta anche moltissima altra gente. Penso -conclude Andreotti- che la vita dovrebbe essere un po’ diversa pero’, c’e’ tanta gente che ha sofferto per sbagli giudiziari quindi non sarei il primo”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.