Assifero, i nuovi vertici

Antonio Danieli, un ingegnere umanista per la filantropia italiana

A Torino, l'assemblea dell'associazione filantropica che riunisce fondazioni familiari, di impresa e comunitarie ha scelto stamane il nuovo presidente nel direttore generale di Fondazione Marino Golinelli. Un manager che ha iniziato a lavorare nella alta consulenza e che s'è convertito al non profit avviando un percorso innovativo prima in Nomisma e poi nell'Opificio voluto dal grande filantropo bolognese. Con lui un consiglio nazionale con 20 presidenti o direttori, in un bel mix di storie fondative, provenienze geografiche e competenze. Approvata una mozione per Gaza

di Giampaolo Cerri

È Antonio Danieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Marino Golinelli, il nuovo presidente di Assifero, l’associazione della filantropia familiare, imprenditoriale e di comunità. Lo hanno eletto poco fa alla Cavallerizza di Torino, dove era in corso l’Assemblea nazionale, i 184 soci. Succede a Stefania Mancini.

Dalla consulenza strategica al non profit

Bolognese, classe 1974, ingegnere gestionale con un passato nei big della consulenza (Accenture e Kpmg), Danieli si è convertito al non profit nel 2004, frequentando lo storico master in Management delle imprese sociali in Bocconi, diretto da Giorgio Fiorentini.

Antonio Danieli nel suo discorso di insediamento.
Sulle spalle, la maglietta di Fondazione “Una, nessuna, centomila”

Da lì ha proseguito, fondando una startup in consulenza strategica per le imprese non profit, dirigendo la Fondazione “Nomisma Terzo settore”, branca del famoso centro di ricerche petroniano, e poi, nel 2009, l’incontro col cavalier Marino Golinelli che lo vuole in fondazione, prima come segretario generale poi, nel 2011, come direttore generale, facendogli assumere, nel 2020, anche la vicepresidenza. Noto negli ambienti bolognesi come “ingegnere umanista”, per essere personalità poliedrica e di molteplici letture – per rendersene conto basta leggere il catalogo della bellissima mostra Dall’origine al destino, ancora in corso alla Fondazione Golinelli – Danieli ha gestito con grande attenzione l’eredità del grande fondatore, scomparso quattro anni fa, in perfetta intesa col presidente Andrea Zanotti. Sotto la sua direzione, l’Opificio Golinelli, è dvientato sempre più quell’ecosistema pensato dall’industriale farmaceutico e grande filantropo, riunendo le attività educative – specialmente per i più piccoli anche con una scuola paritaria specializzata in Stem all’interno – di innovazione (la controllato G-Factor srl, di cui è amministratore, è un incubatore vero e proprio) e culturali (l’arte è un fil rouge di tutto il lavoro della fondazione).

Un’intervista a VITA di Antonio Danieli

Nel suo discorso di insediamento, che Danieli ha voluto tenere con sulle spalle la maglietta di Una, nessuna, centomila, fondazione associata, per ricordare l’impegno di Assifero contro la violenza di genere, il neopresidente ringraziato «Stefania Mancini, il Comitato esecutivo ed il Consiglio nazionale che hanno terminano il loro mandato. Profonda riconoscenza va a loro, e a chi – ancora prima – li ha preceduti: cito in tal senso, a nome di tutti, il presidente onorario Felice Scalvini».

«Terzo settore superi la subalternità»

«Le fondazioni e gli enti filantropici possono essere l’ago della bilancia per tutto il Sistema Paese, tra Stato e mercato, e sicuramente l’ago della bussola per il Terzo settore», ha detto a VITA, il neopresidente. Secondo Danieli, «è necessario oggi superare definitivamente il concetto di subalternità del Terzo settore e occorre imparare a parlare sempre più di investimenti, di competenze imprenditoriali e manageriali, di conoscenze altamente tecnologiche e di strumenti finanziari (penso alla finanza sociale e all’impact investing per favorire la nascita e supportare nelle prime fasi di vita le nuove imprese sociali). Ovviamente, di contro», ha proseguito il neopresidente Assifero, «il Terzo settore non si deve sostituire ma affiancare sempre di più alla Pubblica Amministrazione: in un sistema tripolare il dialogo, la collaborazione, la reciproca legittimazione, ed il rispetto delle rispettive prerogative sono fondamentali».

Il Consiglio nazionale, mix di competenze, storie filantropiche e provenienze geografiche

Ad affiancarlo, in questa nuova presidenza, un consiglio di 20 persone, sette donne e 13 uomini.  Gli associati Assifero hanno saputo creare, nell’urna, un bel mix di storie filantropiche, provenienze territoriali e competenze. Eletti infatti uomini e donne di storiche fondazioni familiari, come Francesca Campora, direttrice generale di Fondazione Garrone, Giuseppe Dell’Erba di Fondazione Cottino, Fabrizio Serra di Fondazione Paideia, Giovanna Forlanelli di Fondazione Rovati, Andrea Del Sarto di Fondazione SociaAl.

Francesca Campora Direttore Generale Fondazione Edoardo Garrone Salone CSR 2023 – Foto: Vita

Tante e qualificate fondazioni corporate, con Stefania Grea di Human age Institute – Manpower, Marta Luca di Fondazione Snam; Simona Torre di Fondazione Accenture, Paolo Bedoni di Fondazione Cattolica e Alan Barbieri di The Human Safety Net di Generali. Nutrito poi il drappello delle fondazioni comunitarie: c’è Mario Cappella, direttore di Fondazione San Gennaro, Filippo Petrolati di Fondazione comunitaria Milano, Gianluca Vacchini della Fondazione Novarese, Patrick Vesan di Fondazione Valle d’Aosta, Pietro Basiricò di Fondazione Agrigento e Trapani, Gaetano Giunta di quella di Messina.

Del nuovo Consiglio fanno parte anche Giulia Minoli, di Fondazione “Una, nessuna, centomila”;  Monica Ramaioli di Fondazione Veronesi, Luigi Bobba, presidente di Fondazione Terzjus e Stefano Consiglio, di Fondazione con il Sud.

Stefania Grea, Humane Age Institute – Manpower

Nel suo discorso di commiato, la presidente uscente Stefania Mancini, ha proposto e ottenuto dall’Assemblea dei soci l’approvazione all’unanimità di una mozione di solidarietà con Gaza. 

Il saluto di Mancini: un pensiero per Gaza

Il testo della mozione, letto dalla presidente uscente e approvato con un caldo applauso, recita: “In considerazione della gravità della situazione umanitaria nella striscia di Gaza e delle condizioni inumane di sopravvivenza per i civili, e in conseguenza della recrudescenza dei bombardamenti e delle ulteriori restrizioni alla consegna degli aiuti umanitari, la presidente uscente Mancini propone all’Assemblea dei soci di chiedere pubblicamente in una lettera aperta al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, per loro tramite, alla presidente della Unione Europea, Ursula Von der Leyen, di dispiegare tutta la loro influenza diplomatica perché il Governo israeliano riapra i flussi umanitari a Gaza e dichiari immediatamente il cessate il fuoco”.

Nella foto di apertura, dagli archivi di Fondazione Golinelli, il neopresidente Assifero con Marino Golinelli.

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