Welfare

Anziani non autosufficienti, come cambia l’assistenza domiciliare?

Un'assistenza domiciliare di durata e intensità necessaria (oggi l'Adi si ferma in media a 15 ore annue di assistenza erogata) e che non sia solo sanitaria. Sono queste le principali novità introdotte dalla Legge delega sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Il limite? Le risorse, che vanno aumentate

di Franco Pesaresi

La Legge delega sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti è stata appena approvata e per valutarne la portata occorre chiedersi come cambierà concretamente l’assistenza rispetto alla situazione attuale. Possiamo cercare di farlo, per esempio, spiegando che cosa cambierà per l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti.

Occorre però premettere che la Legge delega è una legge di principi e criteri, la cui attuazione è demandata a dei Decreti Legislativi da approvare entro il gennaio 2024. Per capire nel dettaglio come cambierà l’assistenza domiciliare occorrerà dunque aspettare il relativo decreto. Intanto però possiamo certamente iniziare a valutare le novità che sono state introdotte con la Legge delega.

Le cure domiciliari assistono un numero crescente di anziani ma ad oggi la durata dei singoli interventi è quasi sempre breve mentre la sua intensità (le ore di assistenza settimanali) è spesso modesta. Per avere una idea della situazione occorre rammentare che attualmente sono erogate in media annua per ogni anziano assistito a domicilio solo 9 ore di lavoro dell’infermiere ed altre 6 ore di altre professioni sanitarie. L’80% degli anziani assistiti a casa riceve da 1 a 3 accessi mensili.

Le cure domiciliari non tengono conto delle esigenze complessive delle persone non autosufficienti che hanno un bisogno duraturo di aiuto anche e soprattutto nel compimento degli atti della vita quotidiana (vestirsi, fare il bagno, ecc.). L’attuale modello di intervento non è in grado di intercettare una buona parte dei bisogni assistenziali domiciliari con particolare riferimento ai bisogni della non autosufficienza.

Con l’attuazione della Legge delega, tutto questo, che è probabilmente il problema principale, verrà superato perché la norma prevede che le prestazioni domiciliari abbiano una durata ed una intensità (le ore di assistenza) adeguate, cioè basate solo sul bisogno dell’anziano.

Gli anziani non autosufficienti, inoltre, hanno bisogno di prestazioni domiciliari sanitarie e sociali integrate. La completezza e l’integrazione delle prestazioni domiciliari determinano la qualità delle prestazioni e della vita dell’assistito. L’obiettivo dell’integrazione sociosanitaria delle prestazioni e della loro erogazione in modo unitario rimane un punto fermo di qualunque riforma in questo settore. Oggi così non è. Solo il 7% degli anziani assistiti con l’Adi ricevono cure integrate con l’assistenza domiciliare sociale. Con la Legge delega, l’integrazione sociosanitaria fra l’assistenza domiciliare sanitaria e sociale diventa la norma, seppur nei limiti delle risorse a disposizione. Le due prestazioni domiciliari, quella sociale e quella sanitaria, verranno erogate in modo unitario ed integrato al domicilio dell’utente sollevando il cittadino dall’onere di organizzare faticosamente l’assistenza necessaria. Sempre sul fronte dell’integrazione va sottolineata l’introduzione del Budget di cura e di assistenza per gli assistiti che, attraverso la gestione unitaria delle risorse sociali e sanitarie, dovrebbe favorire l’integrazione e l’efficacia dei servizi erogati.

Tra gli altri aspetti significativi introdotti occorre segnalare la definizione del diritto di accesso degli anziani ai servizi di cure palliative, compresi i servizi specialistici. Aspetti questi, troppe volte ancora dimenticati. Sono inoltre previste le norme per l’autorizzazione e l’accreditamento dei servizi di assistenza domiciliare sociale che dovrebbero garantire e migliorare la qualità dei servizi erogati.

Uno schema può sintetizzare meglio le novità in arrivo sull’assistenza domiciliare, con le differenze fra la situazione attuale e i contenuti della Legge delega.

Naturalmente ci sono anche assenze nella Legge delega: alcune non sono decisive perché si possono recuperare in norme precedenti, come la necessità del case manager che segue e coordina tutti gli interventi per l’anziano mentre va invece recuperata esplicitamente la necessità di chiarire che per mantenere l’anziano non autosufficiente nella propria casa occorre soddisfare tutte le sue necessità assistenziali che comprendano le necessità sanitarie con le diverse professionalità ma anche l’aiuto per il compimento degli atti della vita quotidiana. Aspetti che speriamo si possano recuperare con i decreti attuativi.

Franco Pesaresi è direttore generale dell'Azienda servizi alla persona «Ambito 9» di Jesi (AN) e socio fondatore di Network Non Autosufficienza NNA.

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