Politica

Armi nucleari: l’Italia non partecipa alla Conferenza di Vienna

A Vienna dal 21 al 23 giugno si terrà la prima Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari da quando lo stesso è in vigore. L'Italia, che non lo ha ratificato, potrebbe partecipare come osservatore come faranno anche paesi Nato come la Germania. Invece il nostro Governo non ci andrà

di Redazione

Il governo italiano non parteciperà come osservatore alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari in programma a Vienna tra pochi giorni. La conferma ufficiale è arrivata dagli uffici del Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova. Senzatomica e Rete italiana Pace e Disarmo esprimono rammarico per la decisione presa dal governo che perde l’occasione di poter discutere, con rappresentanti di paesi e società civile provenienti da tutto il mondo, il tema del disarmo nucleare reso sempre più urgente dal conflitto in Ucraina. Saranno circa cento i governi che parteciperanno agli incontri di Vienna, fra cui anche esponenti di Stati non firmatari del Trattato come Svezia, Finlandia e Svizzera e anche alleati Nato come Germania e Norvegia. La Farnesina ha però confermato che il rappresentante italiano presso le Nazioni Unite di Vienna parteciperà alla Conferenza sugli impatti umanitari delle armi nucleari in programma lunedì 20 giugno, organizzata dal governo austriaco, che si terrà appena prima della Conferenza degli Stati Parti.

Dal momento che nelle ultime ore il Parlamento olandese ha approvato una mozione che impegna il governo a partecipare, Senzatomica e Rete italiana Pace e Disarmo auspicano che «questa ultima decisione sia da ispirazione ed esorti il governo italiano a ripensare alla propria posizione. Noi lo aspettiamo fino all’ultimo momento. Riteniamo in ogni caso significativo l’impegno a partecipare alla Conferenza sugli impatti devastanti degli ordigni nucleari».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.