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Assegno unico con figlio disabile: l’Inps va contro la norma

Nel calcolare l’importo dell’Assegno unico e universale, in presenza di un figlio disabile maggiorenne, l'Inps continua a non tenere conto dell’Isee “ristretto” contrariamente a quanto prevede la normativa nazionale. La nota inviata da Anffas

di Redazione

L’Inps, nel calcolare l’importo dell’Assegno unico e universale, continua a non tenere conto dell’Isee “ristretto” contrariamente a quanto prevede la normativa nazionale. L’effetto? La famiglia con un figlio disabile maggiorenne che vive con i genitori riceve un assegno più leggero di quel che le spetterebbe. Anffas così ha inviato una nota all’Inps.

La legge prevede che «nel caso di nuclei con figli maggiorenni, l’Isee è calcolato ai sensi degli articoli da 2 a 6 e 9 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159». Ed è proprio l’art. 6 del decreto che sancisce, ai fini del calcolo dell’Isee, la facoltà, per le persone maggiorenni, di dichiarare un nucleo familiare ristretto rispetto a quello ordinario. «Tuttavia, nonostante l’espresso richiamo normativo, Anffas continua a riscontrare come non sempre si tenga conto di tale possibilità, richiedendo l’Isee dell’intero nucleo familiare: tante sul punto le segnalazioni registrate dal Centro Studi Giuridici e Sociali di Anffas Nazionale.

In contrasto con la norma è anche, in effetti, la Circolare Inps n. 23 del 9 febbraio 2022 che prevede che per i figli maggiorenni, il riferimento è all’Isee ordinario o all’Isee ordinario corrente, escludendo così, di fatto, il richiamo alla disposizione che prevede il c.d. Isee “ristretto”. «È del tutto evidente come ciò comporti delle gravissime conseguenze in capo alle persone con disabilità richiedenti, le quali si trovano innanzi ad una situazione assolutamente paradossale, quale quella per cui in forza di un atto normativo nazionale avrebbero diritto ad una prestazione di un certo importo, la quale non viene, poi, concretamente garantita. E il tutto diviene ancora più grave ove si pensi che il diniego provenga proprio dall’Inps, sulla base di un proprio atto attuativo di una normativa nazionale, ma in parte dal contenuto difforme dalla stessa», scrive Anffas in una nota. «Alla luce di quanto sopra e dando voce alle esigenze delle persone con disabilità e famiglie rappresentate, Anffas ha pertanto richiesto un tempestivo intervento affinché possano essere risolte le criticità rilevate, riallineando alla normativa vigente in materia la Circolare Inps n. 23/2022 e tutte le prassi, anche a livello territoriale.

Foto di Amelie Benoist/Avalon/Sintesi


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