Mondo
Attesa per il rientro degli sfollati dal Nord
Sos Villaggi dei Bambini allestirà due strutture provvisorie a Juba e Malakal
di Redazione

Sos Villaggi dei Bambini è pronta ad accogliere i bambini che nelle prossime settimane saranno rimpatriati dal Nord al Sud Sudan. L’8 aprile, infatti, segna il termine per il ritorno della popolazione dal Nord al Sud Sudan, imposta dal governo di Khartoum.
Secondo le stime sono circa 500mila gli sfollati in seguito alla guerra civile, che si sposteranno. Tra questi, c’è un numero imprecisato di bambini non accompagnati. Il governo sud sudanese, consapevole che il termine si sta avvicinando, si prepara per la loro accoglienza nella capitale di Juba e a Malakal, a 300 chilometri dal confine con il Sudan.
In collaborazione con le autorità, Sos Villaggi dei Bambini allestirà a Juba e Malakal due strutture temporanee in cui offrirà servizi di accoglienza, sostegno psicologico e aree ludico-educative dedicate ai bambini. Una volta arrivati, i bambini saranno visitati per valutare le loro condizioni di salute.
Sos Villaggi dei Bambini, in collaborazione con l’Ocha e l’Unicef si occuperà della registrazione, identificazione e tracciabilità dei legami familiari con l’obiettivo di riunire presto ogni bambino con i suoi genitori o con i parenti stretti. Nel caso questa riunione familiare non fosse possibile, si valuterà l’accoglienza nel Villaggio Sos di Malakal.
Lo stesso Akwoch Ayang, direttore del Villaggio Sos, è stato informato dell’arrivo di 200 bambini di cui dovranno prendersi cura. «Temo saranno di più. Se rimangono al Nord saranno in pericolo» afferma Akwoch Ayang.
«Le necessità immediate sono immense e includono riparo, cibo, servizi e cure sanitari. Molti di questi bambini hanno vissuto al nord e non conoscono l’inglese, lingua parlata nel Sud Sudan. Anche l’arabo parlato dalle due popolazioni è diverso. Dovremo occuparci dei bambini e del loro benessere fin tanto che non riusciremo a riunirli con le loro famiglie ed evitare che si riversino sulle strade» afferma Helen Mboro, ministro per l’Infanzia e lo Sviluppo sociale degli stati centro equatoriali (nella foto).
Le stime parlano di 500 bambini in arrivo a Juba, ma non c’è alcun modo di verificare questi numeri. Inoltre, non si conosce la data di arrivo né il mezzo di trasporto che li condurrà a destinazione. Al momento il piano del ministro prevede l’accoglienza di 200 bambini presso l’orfanotrofio statale, 200 presso una struttura temporanea che Sos Villaggi dei Bambini allestirà a Juba e 100 in spazi offerti dal ministero. «Juba, a differenza di Khartoum, nonostante sia la capitale del nuovo stato del Sud, è una piccola realtà. Molti dei bambini nati e cresciuti nel nord avranno difficoltà ad abituarsi agli spazi desertici del Sud Sudan. Anche l’acqua, prima di poterla bere dovrà essere sterilizzata, non potranno più berla dal rubinetto. Questi bambini sono il nostro futuro, non possiamo rinnegarli. La questione è molto delicata e va trattata con molta attenzione» conclude Helen Mboro.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.