Carceri
Avvocati e magistrati in sciopero della fame per i diritti dei detenuti
Da ieri fino alla fine di luglio i professionisti della giustizia rinunceranno al cibo per un giorno a staffetta per denunciare la situazione di sovraffollamento e di mancanza di umanità che si vive all'interno dei penitenziari italiani

«Oggi, in Italia, si marcisce in galera, come fa qualunque corpo esposto al misto di caldo umido e temperature insopportabili. La chiave “è stata buttata via”. Davanti a questo scempio della dignità umana, rimpiangiamo il fascista Rocco, per il quale la reclusione consisteva “solo” nella privazione della libertà e non di tutti i diritti, a cominciare da quello alla salute». Sono questi i presupposti da cui nasce lo sciopero della fame a staffetta di avvocati e giudici – ma anche chiunque altro voglia partecipare – iniziato ieri, che andrà avanti fino alla fine del mese. A lanciare l’iniziativa, l’avvocata Valentina Alberta e il magistrato Stefano Celli.
Chi lavora nella giustizia e conosce meglio di altri le condizioni di sovraffollamento delle carceri, che spesso diventano delle fornaci nelle ondate di caldo estivo, si mette in gioco e cerca di lanciare un segnale per dimostrare che commettere un reato non significa perdere la propria dignità di esseri umani. «pi», scrivono gli organizzatori, «Una sofferenza che non trova alcuna giustificazione o attenuante. Abbiamo organizzato, avvocati e magistrati, un digiuno a staffetta. Chi aderisce rinuncerà per un giorno a tutti i cibi solidi». L’obiettivo? Convincere il Parlamento a riesaminare urgentemente il Disegno di legge Giachetti, per l’allargamento temporaneo della liberazione anticipata (lo sconto della pena aumenterebbe a 60 giorni ogni sei mesi di buona condotta, anziché i 45 attuali). «Non è la panacea, ma almeno costituisce uno strumento per superare l’illegalità del sovraffollamento», concludono gli organizzatori, «e lenire nell’immediato le sofferenze gratuite e insensate che vengono inflitte ai detenuti, senza intaccare i principi generali e neppure la funzione della pena».
Per partecipare allo sciopero bisogna inviare una mail a peruncarcereumano@gmail.com indicando nome, cognome, qualifica e giorno in cui si intende digiunare.
Foto in apertura da Unsplash
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