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Accoglienza

Azione cattolica: le nostre vacanze con 50 ragazzi ucraini

Dal primo al sette gennaio una cinquantina di giovani sono stati ospiti di alcune famiglie a Bologna e Vicenza. «Abbiamo visto nei loro volti la tristezza, le ferite, le lacrime che la guerra ha provocato in questi due anni, ci siamo presi l’impegno di non dimenticarli, e noi non li dimenticheremo», dice Daniele Magliozzi, presidente diocesano di Ac Bologna

di Gabriella Debora Giorgione

Accompagnati dai rappresentanti dell’ufficio della pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica e provenienti dalle diocesi greco-cattoliche dell’Ucraina centrale e sud-orientale di Kyiv, Kharkiv, Kherson, Odessa, Donetsk – tra le aree più colpite dall’aggressione russa – 50 giovani ucraini sono stati accolti in Italia dall’Azione cattolica italiana-Ac e, in particolare, dalle Ac diocesane di Bologna e Vicenza che li hanno ospitati dal primo al 7 gennaio in famiglie e in strutture diocesane.

Una famiglia di Vicenza accoglie due ragazzine ucraine

Non un semplice gemellaggio, ma un’occasione di fraternità e condivisione, una possibilità di incontro e testimonianza, con chi ha vissuto e vive sulla propria pelle gli orrori della guerra: «Abbiamo visto nei loro volti la tristezza, le ferite, le lacrime che la guerra ha provocato in questi due anni, ci siamo presi l’impegno di non dimenticarli, e noi non li dimenticheremo», dice Daniele Magliozzi, presidente diocesano di Ac Bologna.

È stata anche un’occasione di socialità tra giovani di Paesi diversi fatta di appuntamenti culturali e momenti di spiritualità, festa e conoscenza dei territori e delle comunità diocesane, in modo particolare con le comunità ucraine delle due città italiane.
«Abbiamo voluto dare a questi giovani la possibilità di stare per qualche giorno in pace e sperimentare un po’ di serenità. Sono testimoni vivi della verità, di questi orrori della guerra; sono la voce del nostro popolo perché il conflitto in Ucraina non sia dimenticato. Raccontano i loro coetanei che oggi sono pronti a dare la vita per il nostro popolo, per i propri familiari e difendono la pace di tutta l’Europa. Vogliamo anche con loro ringraziare tutti quelli che ci sostengono e che non ci fanno sentire soli ed abbandonati», ha detto padre Roman Demush, vicedirettore del comitato della pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica.


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«L’episodio più sorprendente è stato subito dopo la diffusione della notizia che a Vicenza avremmo ospitato 25 ragazzi ucraini tra i 16 e i 25 anni: un signore anziano, 86 anni, mi ha chiamato e si è offerto di aprire casa sua all’accoglienza. Questi ragazzi ci hanno insegnato tanto: non vogliono essere “oggetto di pietà”, vogliono condividere il loro dolore lasciandocene qui un po’ perché noi possiamo ricordarcene sempre. E noi li ricorderemo, ne sono certo, perché tra di noi si è stabilita una relazione intensa e fraterna», così Dino Caliaro, presidente diocesano Ac Vicenza, che ha seguito da vicino tutti i percorsi dei ragazzi portandoli a Venezia e facendoli incontrare con il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, e con Elia Pizzolato, consigliere comunale delegato alle relazioni internazionali.

Vicenza: sulla sx, dietro alla signora col cappello bianco, il sindaco Giacomo Possamai, alla sua destra (con gli occhiali), Dino Caliaro, alla sua sinistra (con la barba) Elia Pizzolato

«L’iniziativa è una delle molteplici attività e dell’impegno per la pace che l’Azione cattolica italiana porta avanti anche attraverso la sua adesione al Mean-Movimento europeo di azione nonviolenta. Lo scorso ottobre 2023, infatti, oltre cento attivisti del Mean hanno partecipato tra Kyiv e Leopoli a una due giorni di preghiera e alla prima conferenza per l’istituzione dei “Corpi civili di pace europei” (Riccardo Bonacina ne ha scritto qui). Un progetto di recente presentato al Parlamento italiano insieme alla richiesta al Governo italiano di farsi promotore dell’iniziativa presso l’Unione europea», dice Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Ac.

Per tutto il gruppo – la cui ospitalità complessiva è stata coordinata dalla vicepresidente nazionale del settore giovani di Ac, Emanuela Gitto – l’appuntamento più importante è stato a Bologna per l’incontro pubblico con il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale Italiana-Cei, che ha sottolineato ancora una volta che di fronte alla barbarie della guerra in corso in Ucraina, come a Gaza o nello Yemen, e in troppe altre parti del mondo, non bisogna mai rassegnarsi né smettere di pregare perché torni la pace: «La guerra è sempre una sconfitta, è la distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi!», ha ricordato Zuppi citando le parole di papa Francesco.
«Noi dobbiamo e possiamo fare tanto per la pace. Questi giovani, che oggi ospitiamo e incontriamo, ci fanno vivere e costruire tanti legami di solidarietà, di condivisione e amicizia che per certi versi sono già il primo passo per sconfiggere la violenza e i conflitti che isolano, contrappongono e fanno scontrare persone e popoli. Il primo modo è invece far sentire a casa i nostri fratelli e le nostre sorelle per creare legami che superano ogni divisione. Questa è una bellissima esperienza e testimonianza che speriamo si moltiplichi. Non preoccupatevi: non vi lasciamo e non vi lasceremo soli», ha concluso Zuppi.

La visita dei ragazzi ucraini a Venezia

tutte le foto sono concesse a VITA dall’Ufficio stampa nazionale di Ac e dalle Ac diocesane di Bologna e Vicenza


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