Non profit
AZZARDO. In Italia, 2milioni e 700mila i dipendenti
Ma la prevenzione passa anche dai casinò
di Redazione
Sono 700 mila i giocatori patologici in Italia e quasi due milioni quelli che ne hanno sofferto. Il gioco compulsivo è una patologia riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ne ha segnalato i costi sul piano individuale, familiare, sociale e collettivo.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, l’1% della popolazione è attualmente da considerare un giocatore patologico e il 3% lo e’ stato almeno per un periodo della propria vita.
Un fenomeno ampio e in crescita, che il Casinò di Lugano cerca di frenare con attività di prevenzione anche nel nostro Paese. Colloqui orientativi e di sensibilizzazione con medici specialisti, corsi di formazione del personale, diffusione di documentazione sui pericoli del gioco e sulle possibilità di aiuto. Queste – spiega una nota – alcune delle misure adottate dal Casinò di Lugano per prevenire il rischio del gioco compulsivo e intervenire quando il problema si manifesta. Sono oltre 30 mila gli italiani che ogni anno giocano in Svizzera. Da qui la decisione di sviluppare in Italia un’attivita’ di prevenzione e informazione.
Il Casinò di Lugano – continua la nota – investe sulla formazione dei propri dipendenti per riconoscere i giocatori a rischio. Una volta individuati, vengono affidati a un’equipe di psicologi e specialisti. Nel 2007 sono stati svolti 317 colloqui in seguito a segnalazioni da parte del personale del Casinò. E sono state interdette all’accesso alle sale elvetiche 204 persone. Al di fuori del Casino’, la prevenzione viene svolta con la collaborazione del Gruppo Azzardo Ticino (Gat) e dell’Azzardo e nuove dipendenze (And), associazione che si occupa di sensibilizzare gli operatori sociali, le Istituzioni e tutta la popolazione sulla ‘dipendenza senza sostanze’, in particolare quella da gioco d’azzardo. A queste associazioni si affiancano le Asl che operano sul territorio italiano. Specialisti nelle diverse aziende sanitarie si occupano di prevenzione del fenomeno, diagnosi medico-psicologica, terapia e riabilitazione sociale. A queste strutture vengono inviati i giocatori patologici italiani che chiedono di essere seguiti da specialisti sul territorio.
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