Non profit

Banca Etica dice no ai capitali rientrati con lo scudo fiscale

Fabio Salviato: «Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo»

di Redazione

La Banca popolare etica ed Etica Sgr non accetteranno i capitali che rientreranno in Italia con lo ‘scudo fiscale’ e, di conseguenza, non faranno alcuna misura commerciale e operativa al fine di attirare tali capitali o facilitarne il rientro. Lo comunicano l’istituto di credito e la sua società di risparmio. “I principi della finanza etica che ispirano per intero la nostra attività – spiega il direttore generale della banca, Mario Crosta – prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la provenienza lecita di quello che raccogliamo. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi e che, al già grave reato di evasione fiscale, potrebbero sommare il falso in bilancio, sarebbe una violazione del nostro Dna e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro”.

“Sebbene per tutti gli istituti di credito – evidenzia il presidente di Banca Etica e di Etica Sgr, Fabio Salviato – la raccolta di risparmio sia essenziale e strategica, soprattutto in questo periodo di crisi, l’intermediazione di denaro proveniente da attività illecite snatura e umilia l’impegno per la legalità che noi, insieme ad altri istituti bancari, associazioni e cittadini, scegliamo quotidianamente”. “La normativa proposta, tra l’altro – aggiunge Salviato – potrebbe esonerare gli intermediari finanziari anche dall’obbligo di segnalare eventuali operazioni in odore di riciclaggio. Non è certo in questo modo che il settore bancario recupera la fiducia dei cittadini. Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo verso i risparmiatori che hanno sempre rispettato le regole e profondamente diseducativo. In Italia – conclude – l’evasione fiscale è una piaga da combattere con il rigore e non con le sanatorie a basso costo”.

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