Cultura

Barra: l’emarginazione uccide più della droga

Significativo intervento del vice presidente della Federazione internazionale della Croce Rossa e delle societa' della Mezzaluna rossa

di Redazione

Un appello alla comunita’ internazionale a non attaccare ”cartellini morali” agli sforzi
sanitari pubblici a favore delle vittime degli stupefacenti e’ stato espresso a Vienna da Massimo Barra, il vice presidente della Federazione internazionale della Croce Rossa e
delle societa’ della Mezzaluna rossa.

Barra, che e’ fondatore a Roma della comunita’ Villa Maraini, ha ricordato che la Croce Rossa, nata nel 1864 all’insegna della piu’ rigorosa neutralita’, ha come sua missione anche la rappresentanza degli interessi delle persone piu’ vulnerabili.
Per questo le forze di questo movimento internazionale – ha detto Barra – vengono ora impegnate anche per aiutare i tossicodipendenti, che sono una sfida umana enorme e spesso fastidiosa per le societa’ moderne. Allo scopo occorre sostenere anche quelle pratiche come lo scambio di siringhe usate con siringhe nuove, l’apertura di spazi protetti per iniettarsi stupefacenti e altri trattamenti alternativi che le convenzioni
internazionali dell’Onu per ora non prevedono.

”Non possiamo rinunciare a misure in grado di salvare vite umane, in grado di aiutare a contenere le conseguenze mortali del fenomeno degli stupefacenti – ha detto Barra a Vienna – Un fallimento in questo sforzo vorrebbe dire abbandonare le vittime degli stupefacenti alla loro malattia”.

L’attuale Federazione tra Croce Rossa e societa’ della Mezzaluna rossa e’ stata fondata nel 1919 a Parigi, ha ricordato Barra, sotto il motto ”Portare la luce della scienza e il
calore della simpatia umana in ogni angolo del mondo” ed in questo senso gli sforzi sono ora rivolti ad aiutare i tossicodipendenti in tutto il mondo. Quello delle
tossicodipendenze, per il medico romano, e’ anche un problema di conoscenza. ”Spesso i politici non vogliono avere nulla a che fare con il mondo dei drogati – ha detto Barra ai giornalisti oggi a Vienna – mentre e’ molto piu’ facile essere contro. Ma se
un drogato viene escluso, emarginato dalla societa’ civile, il pericolo aumenta”.

‘Stigmatisation kill’s, l’emarginazione uccide piu’ delle sostanze stupefacenti” ha detto Barra, che in 30 anni di professione ha avuto tra i suoi pazienti oltre 30 mila
tossicodipendenti.

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