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Barriere architettoniche: ecco quante ne ha abbattute l’ecobonus 110%

Le regioni in cui nel 2022 sono stati realizzati più interventi sono la Lombardia (406), seguita da Piemonte (327) e Puglia (317). Fanalino di coda la Valle d’Aosta (7), preceduta da Basilicata (40) e Friuli Venezia Giulia (38)

di Francesco Dente

Nel 2022 sono sestuplicati gli investimenti sostenuti dal Super-ecobonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei palazzi e nelle villette. È quanto emerge dal recente Rapporto annuale 2023 sulle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti rinnovabili pubblicato dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

La finanziaria 2021 ha dato la possibilità di ammettere tra gli interventi “trainati” dalle opere di efficientamento energetico, il cosiddetto “110%”, anche i lavori per rendere più accessibili condomini, edifici monofamiliari e unità immobiliari indipendenti (una opportunità che è stata estesa anche agli interventi antisismici, il cosiddetto Super-sisma bonus). In pratica, tanto chi coibenta gli immobili quanto chi ne migliora la sicurezza statica può far rientrare la rimozione delle barriere fra i costi compresi nello sconto fiscale al 110%. Ebbene, nell’ultimo anno preso in esame, il costo dei lavori finanziati per eliminare gli ostacoli con il solo Super-ecobonus è passato da 92 a 585 milioni di euro. In complesso, i cantieri interessati sono stati 3.253. Una goccia, certo, nel mare dei 352mila cantieri allestiti in totale (per un investimento di 67 miliardi). Numeri tuttavia in forte crescita se si considera che i cantieri per i lavori di miglioramento energetico sono triplicate rispetto ai 1.088 del 2021.

Le regioni in cui nel 2022 sono stati realizzati più interventi sono la Lombardia (406), seguita da Piemonte (327) e Puglia (317). Fanalino di coda la Valle d’Aosta (7), preceduta da Basilicata (40) e Friuli Venezia Giulia (38). La classifica muta invece se si guarda al costo delle opere. La Lombardia resta prima con 102,4 milioni di investimenti, seguita da Lazio (55,9) e Campania (51,7).

In media, la spesa per i lavori si è aggirata intorno a 180mila euro per edificio o immobile interessato, più del doppio rispetto agli 85mila del primo anno in cui era stato introdotto lo sconto fiscale.

Tutto questo mentre il Governo Meloni con il decreto legge 212/2023, noto anche come “Salva spese”, ridimensiona un altro beneficio sempre per l’abbattimento delle barriere, il bonus 75%. Il provvedimento attualmente in fase di conversione in legge (andrà in Aula il 29 gennaio), prevede una serie di ritocchi che rischiano di svuotare o quantomeno ridurre le potenzialità del sostegno. Fra le modifiche, in particolare, vanno segnalati i limiti allo sconto in fattura e alla cessione del credito ma soprattutto lo stop agli interventi “orizzontali” e cioè l’eliminazione di barriere costituite da pavimenti, porte e finestre. Saranno possibili invece solo gli interventi a sostegno della mobilità “verticale” come ad esempio l’adeguamento di scale, rampe, ascensori e servoscala, oltre che le piattaforme elevatrici.

Foto di Ekaterina Astakhova/Pexels


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