Non profit
bassi costi e altobimpatto: facile,bse credi nell’amicizia
sotto la lente Associazione Sguazzi
di Redazione
T utto comincia nel 2005. Un gruppo di amici della bergamasca, proveniente da diverse esperienze di volontariato e della cooperazione internazionale, decide di fondare Sguazzi, onlus che ora mobilita una sessantina di volontari, soprattutto universitari. A spingerli è «il desiderio di rimuovere gli ostacoli che impediscono il benessere della persona e la sua partecipazione alla vita sociale», dice Milena Mantegazza , presidente dell’associazione. «Vogliamo dare il nostro contributo con soluzioni originali per la solidarietà, la condivisione e il confronto culturale».
Attualmente Sguazzi promuove e coordina 7 progetti, alcuni dei quali a zero spese poiché basati sull’opera di volontari. La raccolta fondi per finanziare alcuni progetti trova un canale privilegiato nei Tornei della Solidarietà, manifestazioni sportive coordinate da Sguazzi che coinvolgono Comuni, oratori, aziende. Esigui i fondi che giungono dalle istituzioni locali, importante invece la generosità dei privati.
«Ogni progetto ha una sua autonomia organizzativa ed economica ed è monitorato da un nostro comitato, “gli amici del Presidente”», spiega Mantegazza. Il progetto “storico” è quello delle piscine: ogni sabato, in due piscine della bergamasca, un nutrito gruppo di disabili trova nell’ambiente acquatico la dimensione ideale per vivere momenti di condivisione. Sempre per la disabilità è stato pensato il Progetto Famiglie. «Creiamo una rete di solidarietà tra famiglie di persone disabili», racconta la Mantegazza. «Organizziamo eventi, o trascorriamo il tempo libero con loro, aiutandole anche nei problemi quotidiani». Colpisce l’eterogeneità delle iniziative. Sguazzi ha attuato ad esempio un progetto, il Caltagirello, per sostenere un giovane atassico. Una soluzione su misura che impegna una ventina di volontari-amici, fatta di serate, eventi culturali, corsi di shiatsu.
L’orizzonte di Sguazzi però assume anche respiro internazionale. Mirco Nacoti, anestesista presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, è il responsabile del progetto Una biblioteca per l’ospedale di Man : «Stiamo promuovendo la costruzione di una biblioteca medico-scientifica nell’ospedale di una zona martoriata in Costa D’Avorio. Il progetto nasce da un mia esperienza di sei mesi con Medici senza frontiere in quel Paese. Mi sono chiesto perché il personale medico dell’ospedale di Man non potesse avere accesso all’informazione sulle nuove tecnologie. Ed ecco che da buoni bergamaschi ci siamo rimboccati le maniche». Tante le realtà coinvolte da Sguazzi nell’iniziativa: l’Esa (Agenzia spaziale europea), il Politecnico di Milano, l’università di Bergamo, la Cattedra Unesco.
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