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Media, Arte, Cultura

Bellezza e allegria, il genio di Sottsass

di autori vari, Electa, pp. 255, euro 30.

di Giuseppe Frangi

Ci sono libri che che riempiono di suggestione già con il loro titolo. Quando poi scopriamo che il titolo è stato il tormentone per tutta la vita di uno dei più geniali designer del secolo, la suggestione si carica di altra suggestione. Io vorrei sapere perché è la domanda che per tutta la vita ha accompagnato Ettore Sottsass, il grande architetto morto il 31 dicembre a 90 anni. E il volume in questione è il catalogo della bella mostra che Trieste, la sua città, ha voluto dedicargli (e che è ancora in corso). In realtà il volume è molto più che un catalogo: è un percorso fluido e affascinante, quasi una mostra tra le pagine, dove le parole rimbalzano con la sobrietà tipica del personaggio, tra le immagini che testimoniano interi decenni di creatività. La grandezza di Sottsass sta proprio in quel titolo, che racchiude la sua curiosità di eterno bambino, la sua apertura alla realtà, l?approccio mai intellettualistico al suo mestiere di architetto e di designer. Nel libro le interviste a Sottsass si susseguono alle testimonianze sulla sua storia con un ritmo rapido e ironico, come si conveniva al personaggio. Quindi non c?è mai né prosopopea né retorica. I capitoli si chiudono senza nostalgia perché un altro, interessante anche solo perché nuovo, si apre. Questo era Sottsass: un creatore che non si è mai guardato addosso e che si è sottratto da ogni possibile rendita, tanto era il desiderio di divertirsi e di rischiare nuove avventure. Emblematico il modo brusco con cui dichiarò chiusa l?esperienza leggendaria di Memphis, il gruppo di cui lui era leader e che negli anni 70 e 80 innovò come nessun altro la storia del design nel 900. Quindi la suggestione del titolo si conserva per tutte le pagine del libro che ingolosiscono il lettore proprio come Sottsass per tutta la vita fu ingolosito dall?idea di riempire di colori e di sorprese lo spazio quotidiano delle nostre case. Se un appunto si può fare è la mancanza di una sezione dedicata al lavoro di Sottsass alla Malpensa. Fu lui a progettare gli interni semplici e allegri del grande aeroporto milanese, dettando un modello di stile italiano (anche nella scelta dei materiali e dei colori) capace di replicare alla dittatura dello stile internazionale, in tutte le sue tecnocratiche varianti. Questo era Sottsass, moderno perché libero.


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