Welfare

Berlusconi o no il processo breve s’ha da fare

di Redazione

Breve. Si vorrebbe il processo breve. Ma l’opposizione accusa la maggioranza di volere una legge “ad personam”, solo per togliere il capo del governo, Silvio Berlusconi dai guai. Mentre il centrodestra sottolinea la situazione spaventosa di una giustizia lenta o lentissima per il cittadino. E tuttavia il nodo dei rapporti tra magistratura e politica è sempre lì da sciogliere: il Parlamento autoabolì l’immunità in un momento di reale impopolarità della classe politica, e oggi quella deriva populista viene in qualche modo al pettine. Si ripropone. Ci sono due evidenze, non politicamente corrette e che quindi pochi dicono: la prima è che anche se Berlusconi non ci fosse più, o fosse un altro, il problema sussisterebbe, purtroppo, allo stesso modo; il secondo è che le riforme devono essere fatte da tutti i soggetti della politica. Finché un pezzo della casta pensa di essere, o è, solidale con un pezzo dell’alta burocrazia che gestisce la giustizia e si lascia andare al giacobinismo, non si rimetterà mai ordine negli equilibri democratici del nostro Paese. E nel giacobinismo non c’è mai fine: c’è sempre qualcuno più puro, più estremista, più allineato di te che chiede di fare piazza pulita. Dai tempi di Danton e Robespierre. Rimanendo alle beghe di Palazzo, più che il processo c’è il fondato rischio che sia breve la legislatura.
Ginocchio. Alla fine si è ucciso Michele Lambiase, l’uomo che, evadendo dagli arresti domiciliari dov’era finito per stalking, aveva cercato di uccidere la sua ex convivente e il suo nuovo fidanzato, assalendoli in un parcheggio di Montesilvano, provincia di Pescara. Si è sparato alla tempia dopo essersi inginocchiato a bordo dell’autostrada non lontano da Foggia. Ha lasciato una lettera al figlio avuto proprio con la donna che ha cercato di uccidere. «Portami un fiore. Ti ho liberato da una famiglia disgraziata e ti chiedo perdono per il mio gesto».
Ris. Il colonnello Luciano Garofano, ex capo dei Ris, ha lasciato l’Arma dei Carabinieri. E malignamente le sue dimissioni sono state accostate ad un’inchiesta penale cui è sottoposto per peculato e abuso d’ufficio, nata su denuncia del suo avversario, l’avvocato Carlo Taormina. Garofano, biologo ed investigatore di razza, si è occupato di tutti i casi importanti di cronaca degli ultimi anni. Delitti non risolti su cui le moderne investigazioni scientifiche hanno esercitato un’azione inedita fino a qualche anno fa. I suoi detrattori dicono che ama troppo la pubblicità e l’esposizione mediatica, i suoi sostenitori ne sottolineano invece la grande capacità divulgativa presso Procure e Corti d’Assise, storicamente refrattarie alle novità.

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